Mi sono reso conto che gli eventi vanno troppo veloci. Vien via tutto in un baleno senza che ci si possa mettere alcun tipo di riparo. Per me, lo ribadisco, l’unica soluzione è la scissione, la divisione, la scomparsa del Pd.
Ci sono rimaste poche certezze nella vita e una di questa è che il Partito Democratico ha esaurito la sua spinta propulsiva (se mai l’ha avuta). A voler essere buoni, e quindi dare un valore positivo all’azione politica del Pd nei mesi e anni precedenti, il colpo di grazia è stato dato con l’impallinamento di Marini, Prodi, per alcuni versi di Rodotà e di Bersani stesso. Ma non contenti di ciò, l’armata Brancaleone continua a farsi del male e a farci del male. Renzi in testa.
Il fiorentino ha contribuito a delegittimare prima Bersani ora Letta, la sua lotta politica si basa solo sulle regole interne al Pd, regole che voleva e vuole piegare a suo piacimento. Purtroppo non ricordo un solo punto qualificante del suo progetto politico (se c’è) se non le teorie di Ichino, il plauso a Marchionne e altre corbellerie del genere. È tutto un cavalcare a caso nella prateria senza avere una meta precisa. Finirà per portare il partito nel deserto senza acqua e senza viveri.
Ma il problema non è solo Renzi. Il Pd è un problema nella sua interezza. Dalla sua nascita. Sono stati problemi Rutelli, Veltroni (paragonarsi a Berlinguer è a dir poco fuori luogo), i giovani rampanti che ancora non hanno dimostrato nulla se non pochezza d’idee e per di più confuse.
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