Ecco come ho scoperto il caso Shalabayeva

Bastava vedere le denunce del Consiglio dei rifugiati o la pagina Facebook di Ablyazov. Popoff di Globalist lo ha fatto mentre apparati e governanti dormivano.

Ecco come ho scoperto il caso Shalabayeva
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16 Luglio 2013 - 15.27


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di Cinzia Gubbini

Il caso dell’espulsione di Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Ablyazov, e di sua figlia Alua sta diventando la fiera dei bizantinismi: Alfano sapeva? Ma quando esattamente? È chi gliel’hai detto – o non gliel’ha detto – il capo di gabinetto Procaccini? Oppure il prefetto Alessandro Valeri?

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La storia è senz’altro affascinante, ma la questione è un’altra, e la mozione di sfiducia presentata da Sel e Movimento 5 Stelle la coglie in pieno: il 5 giugno la notizia era sui media nazionali, per esempio, come non mancano di notare i parlamentari, [url”su Globalist”]http://www.globalist.ch/Detail_News_Display?ID=45050&typeb=0&lo-strano-caso-Ablyazov-e-la-zelante-espulsione-italiana[/url]. Per la precisione la notizia viene pubblicata nel circuito Globalist, sul blog Popoff, addirittura il giorno prima: il 4 giugno.

In quell’articolo c’è scritto già molto. D’altronde ci voleva poco, solo un po’ di voglia di sapere: il Cir, il Consiglio italiano rifugiati, lancia l’allarme con un comunicato pubblico il 4 giugno. Chiunque abbia a che fare con le problematiche legate ai diritti umani, ai profughi, ai Cie sa che il Cir è una organizzazione seria e scrupolosa. Non parla a vanvera. Bastava contattare l’avvocato Olivo, il cui cellulare è di facile reperibilità, per farsi raccontare come erano andate le cose, quali assicurazioni erano state date in sede di giudizio, e che la signora – aldilà del passaporto diplomatico centroafricano – ne aveva uno valido rilasciato dalla Lettonia, paese europeo.

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Bastava, persino, collegarsi alla pagina Facebook pubblica del dissidente Ablyazov – che è milionario, furbetto e un mago della comunicazione – per leggere le dichiarazioni sue e dei figli sull’incredibile catena di illegittimità perpetrate dall’Italia ai danni di Alma e Alua.

Infine, bastava leggere i giornali stranieri – se i papaveri del governo non hanno tempo di leggere Globalist – a partire dal giornale austriaco Kurier che aveva già dato all’inizio di giugno un resoconto di quanto avvenuto in Italia.

Insomma: che in Italia si fosse consumata una extraordinay rendition era cosa piuttosto agevole da capire. Il primo intervento ufficiale che ci risulta, però, è quella del ministro Cancellieri il 5 giugno. Dice: “mi sono informata della questione, tutto si è svolto secondo le regole”. Alfano parlerà solo molto più tardi. Costretto da un’informazione che, per fortuna, qualche volta riesce ancora a stanare il lato oscuro della politica.

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