Prima l’uno e poi l’altro, Enrico Letta e Ignazio Marino hanno incontrato, separatamente, Papa Bergoglio in Vaticano, entrambi in visita privata.
Papa Francesco e Letta hanno parlato “della situazione sociale e delle principali prove che i cittadini e le istituzioni dell’Italia e dell’Unione Europea stanno sostenendo, in particolare a proposito dell’adozione di misure che creino e tutelino l’occupazione soprattutto giovanile”. Durante il lungo colloquio “non è mancato, inoltre, di considerare alcuni temi di politica internazionale, con una preoccupata attenzione all’evoluzione del contesto civile e istituzionale dei Paesi appartenenti all’area mediterranea e mediorientale”.
Con Ignazio Marino, arrivato in Vaticano in bicicletta, si è parlato invece della fragilità sociale, il disagio nelle periferie e le emergenze casa e lavoro nella Capitale. Un colloquio “lungo e articolato”, durato circa 45 minuti, ma soprattutto “cordiale” e centrato sui problemi della città di Roma.
“Abbiamo parlato soprattutto della fragilità sociale – ha raccontato Marino -, del disagio delle nostre periferie, delle persone e famiglie che vivono senza casa, di una città che possa offrire le stesse opportunità di studio a un bimbo a prescindere dalla classe sociale a cui appartiene. Il Santo Padre è stato molto interessato e mi ha fatto molte domande soprattutto sui progetti di sussidiarietà e credo abbia apprezzato il fatto che noi vogliamo investire molto nelle emergenze casa, lavoro e nel disagio sociale”.
“Abbiamo anche parlato del suo breve viaggio a Lampedusa – ha continuato il chirurgo dem – e del dolore dei migranti. La prima domanda che il Santo Padre mi ha fatto – ha aggiunto poi sorridendo il primo cittadino – è stata “spero sia venuto in bici”. Io ho risposto che la mia mamma era contraria ma alla fine ho deciso di venire in bicicletta. Lui mi ha detto “fa bene, continui ad andare in bici per le strade della nostra città”.
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