L’esito dell’assemblea di lunedì
pomeriggio dove prendere la decisione di espellere o meno la
Gambaro, sarà decisiva per il futuro della compattezza dei gruppi grillini a Camera e Senato. Molti –
anche se sono più numerosi i senatori rispetto ai deputati che
rappresentano una minoranza – nelle ultime ore hanno avuto il
coraggio di metterci la faccia, sia con interviste ai
quotidiani sia esponendosi su Facebook e su twitter, dicendo
chiaramente di essere contrari all’espulsione. E invocando, di
fatto, la libertà di esprimere anche critiche.
Se lunedì non si arrivasse ad un voto, potrebbe esserci
una tregua. Ma se così non sarà e tutto lascia prevedere che
la Gambaro verrà espulsa, come ha detto una deputata “si
aprirà una voragine” e a quel punto per i dissidenti ci
sarebbe un’altra fase e un’accelerazione sarebbe inevitabile. E
quindi, scrittura di uno Statuto e formazione di un nuovo
gruppo.
Per gli integralisti, tra l’altro questa sarebbe la soluzione di tutti i
problemi. Liberarsi in un colpo solo dei critici che
“danneggiano l’immagine del Movimento”. Scenario che era stato
previsto dallo stesso Grillo (perdere un tot di parlamentari) e
considerato “fisiologico” già nella prima riunione grillina
che si tenne in un albergo romano.
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