Legge anti-movimenti: scintille tra Grillo e il Pd
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Legge anti-movimenti: scintille tra Grillo e il Pd

Elezioni aperte solo ai partiti. Questa la proposta Zanda/Finocchiaro per modificare l'articolo 49 della Costituzione. M5S: se passa disertiamo le urne.

Legge anti-movimenti: scintille tra Grillo e il Pd
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20 Maggio 2013 - 16.26


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Il testo di legge firmato dal capogruppo a Palazzo Madama Luigi Zanda e da Anna Finocchiaro prevede di vietare a tutti i movimenti politici non registrati di partecipare alle competizioni elettorali. Il cuore del testo è quello di impedirebbe a tutte le associazioni senza personalità giuridica e senza uno statuto pubblicato in Gazzetta Ufficiale di candidarsi a qualsiasi livello alle elezioni. Il disegno, se diventasse legge, come è facile immaginare potrebbe avere conseguenze importanti sull’attuale sistema politico italiano. Il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo sarebbe tra le prime vittime della proposta Zanda-Finocchiaro e, senza una riforma interna, non potrebbe presentarsi alle prossime elezioni.

Tempi duri per i movimenti e per lo stesso Beppe Grillo anche se dal Pd assicurano che la proposta non anti-Grillo e anti-Movimento 5 Stelle: «La proposta di attuazione dell’articolo 49 della costituzione non è, malauguratamente per chi ne scrive e per chi vi trova elemento di polemica, una succulenta notizia che rivelerebbe l’avversione del pd per il Movimento 5 stelle».

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«Il Pd ha lanciato da tempo l’idea che per il rinnovamento della politica sia necessario applicare l’articolo 49 della Costituzione e prevedere meccanismi di democrazia e di trasparenza per l’attività di ogni forza politica. Non si tratta di norme per chiudere la partecipazione. Al contrario, la legge serve per garantire la trasparenza della vita interna dei partiti e la stessa partecipazione. Proprio in virtù di questa idea il Pd ha deciso fin dall’inizio di avere il bilancio certificato da una società di revisione esterna e di adottare meccanismi di selezione e di scelta dei gruppi dirigenti che prevedono forme di partecipazione».

In base ai nove articoli del cosiddetto “ddl partiti”, lo Statuto delle associazioni politiche dovrà indicare obbligatoriamente gli organi dirigenti, le loro funzioni, un collegio sindacale composto da revisori dei conti e l’attribuzione a una società di revisione iscritta all’albo speciale che certifichi i bilanci e garantire la massima trasparenza, anche su internet. Paletti più rigidi anche per richiedere i rimborsi elettorali.

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Lo scopo, spiegano a Via del Nazareno, è quello di una riforma più ampia dei partiti politici per evitare che si ripetano in futuro scandali come i casi Lusi o Belsito. Se infatti i due tesorieri erano riusciti a sottrarre fondi rispettivamente alla Margherita e alla Lega era stato possibile proprio grazie alla scarsa trasparenza nei bilanci dei partiti. Tuttavia queste norme, se approvate, creerebbero evidenti problemi al Movimento 5 stelle, che all’articolo 1 del suo “non-statuto” si definisce una “non associazione” con una sede virtuale che coincide con l’indirizzo web del blog di Grillo. Il comico genovese, tra l’altro, è l’unico titolare dei diritti d’uso del simbolo M5s: con le nuove disposizioni si darebbe potere di decisione anche agli altri “soci”.

I grillini sono già sul piede di guerra. «Pensassero a ineleggibilità di Berlusconi». «Anna Finocchiaro invece di discutere dell’ineleggibilità di Silvio Berlusconi magari stabilendo una linea dura e una battaglia senza precedenti nella giunta delle elezioni preferisce presentare un disegno di legge antimovimenti al fine di attaccare il Movimento Cinque Stelle. Complimenti vivi alla senatrice della Repubblica!!». È quanto scrive il deputato 5 stelle, Roberto Fico: «Il Movimento sta preparando con forza il percorso e le motivazioni da presentare in giunta per l’ineleggibilità di Silvio Berlusconi. Questi sono i fatti».

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La replica di Grillo – «Il MoVimento 5 Stelle non è un partito – si legge sul post -, non intende diventarlo e non può essere costretto a farlo. Se la legge anti MoVimento di Finocchiaro e Zanda del pdmenoelle sarà approvata in Parlamento il M5s non si presenterà alle prossime elezioni».

«I partiti si prenderanno davanti al Paese la responsabilità di lasciare milioni di cittadini senza alcuna rappresentanza e le conseguenze sociali di quello che comporterà», chiosa.

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