Epifani segretario Pd: eletto con l'85,8% dei voti
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Epifani segretario Pd: eletto con l'85,8% dei voti

Il traghettatore del Pd parla all'Assemblea: promette sostegno al governo Letta ma chiede risposte convincenti. Sul tavolo subito Imu, Cig e Iva.

Epifani segretario Pd: eletto con l'85,8% dei voti
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11 Maggio 2013 - 16.33


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Guglielmo Epifani è il nuovo segretario nazionale del Partito Democratico, eletto con 458 voti, pari all’85,8% dei votanti. I voti validi sono stati 534, 59 le schede nulle e 76 le bianche.

Il discorso di Epifani all’Assemblea Nazionale

Ha parlato da segretario, anche se alla sua elezioni mancavano poche ore. Dal palco dell’Assemblea Epifani ha subito detto: «Non ho cercato questo incarico, ma di fronte a una sollecitazione che mi è venuta da più parti nel partito, non potevo sottrarmi a questa responsabilità». «Fa parte della mia storia dare una mano a una organizzazione che è in difficoltà».

«Non abbiamo solo bisogno di sostenere lealmente il governo, ma ricostruire un tessuto sociale di sostegno al governo». «Il primo maggio a Napoli, poco prima che si scatenassero gli scontri ho parlato con i ragazzi e a loro ho detto che non c’era alternativa a sostenere questo governo», sottolinea Epifani. «Coglievo una preoccupazione che si nascondeva in un interrogativo “come facciamo?” e quello che più mi ha colpito – ha raccontato – è che gli occhi si riempivano di lacrime. Lì ho toccato con mano il problema. Se a chi attraversa un passaggio difficile, non si da opportunità di parlare e di interloquire, di uscire, loro si lasciano all’abbandono e abbandonarli significa fallire».

Guglielmo Epifani ha invitato a sostenere con coraggio il governo: «Non dobbiamo avere paura, con l’idea che non ce la facciamo perché gli altri sono più cattivi e hanno discorsi diversi dai nostri», ha detto all’assemblea. «Se decidiamo di correre questa strada la dobbiamo correre con coraggio e determinazione. Questo corto circuito porta a diventare irrilevante la democrazia. Mettiamoci anche la nostra faccia, perché la nostra faccia è sinonimo di serietà», ha esortato. E aggiunge: «Dobbiamo avere coraggio ma coraggio non vuol dire incoscienza. Troverei molto incosciente un partito che non sappia sollevarsi quando la nostra ministra Cecile viene insultata e minacciata. E lei ha bisogno di sentire la nostra voce e non le nostre divisioni. Troverei incosciente che un partito come il nostro non sappia dire basta al femminicidio e alla violenza che si perpetua sulle donne».

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Epifani lancia una frecciatina al Pdl – «Questa è una giornata in cui qualcuno a Brescia sta tornando a mettere una mina». Bisogna capire «se questo è un governo negli interessi del Paese o si antepongono gli interessi di una persona a quelli del Paese».

Prosegue poi con un messaggio a Letta: «A Enrico Letta dico con grande lealtà che il governo sa di poter contare sul Partito Democratico. Lui deve trovar forza da questo consenso e noi dobbiamo trovare forza dall azione di questo governo. Il miglior modo per convincere il Paese e il popolo è cominciare, mattone dopo mattone, ad affrontare quei problemi che non possono aspettare».

Cig, Iva, Imu e depiti Pa: le vere emrgenze del Paese – L’unico candidato alla segreteria del Pd passa poi ad affrontare i problemi veri e seri del governo: «Bisogna rifinanziare gli ammortizzatori sociali, molte decine di migliaia di persone da tempo non hanno la cassa integrazione. Bisogna evitare l’aumento iva per le fasce deboli, i pensionati, i disoccupati. Chi colpisce l’Iva? Chi non ha niente. È il colpo più forte che si potrebbe dare al calo drammatico dei consumi». E continua: «Bisogna affrontare la questione dell’Imu. Devo dire che la nostra proposta era di gran lunga la migliore, la piu seria. Mi spiace pensare che se solo Monti avesse ascoltato un po’ di più, se la soglia di esenzione fosse stata alzata, sarebbe stato un meccanismo perfetto. L’Imu sarebbe rimasta solo per chi poteva e può pagare», ha proseguito Epifani.

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«Far ripartire il Paese, i consumi, i redditi. Lo sblocco dei crediti dell’impresa verso la Pa è la leva più efficace che abbiamo fra le mani, va usata bene. Come anche l’allentamento del patto di stabilità dei comuni. Se usciamo da infrazione possiamo accedere a cofinanziamenti. E credo che si puo, Enrico – dice rivolgendosi al presidente del Consiglio seduto in platea – andare in Europa. Noi siamo un creditore netto, ma passiamo per chi chiede aiuto all’Europa. È un paradosso», ha sottolineato.

Guglielmo Epifani ha chiuso il suo intervento all’assemblea del Pd con un richiamo all’orgoglio del partito. «Un grande e serio partito non ha paura di un congresso che, per quanto difficile, rappresenta il cuore di un rapporto democratico, di un’identità di una grande organizzazione», ha spiegato il segretario “in pectore”. «I congressi si devono preparare bene, fare una scelta: se vogliamo fare un congresso vero di discussione tra di noi, che provi a fare il punto non solo degli ultimi 4 anni e ripensare davvero a quello che va cambiato, allora è fondamentale la modalità e organizzazione della nostra discussione in termini inclusiva ma seria», ha sottolineato.

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Per Epifani al contrario, «se tutto si dovesse risolvere sul voto su un candidato, faremmo l’inverso del percorso che dobbiamo fare». Terzo, «deve essere una discussione esplicita. Di gran lunga, lo dico per il bene di tutto, preferisco una discussione esplicita sulle linee da seguire con tutte le conseguenze piuttosto che coprirla dietro un nome e un cognome. La linea è di tutti, il nome di una persona e non puoi confondere la linea di tutti con il nome di una persona», ha avvertito Epifani.

«Serve collegialità che garantisca tutti», ha spiegato. Ora «bisogna recuperare un senso di appartenenza, grazie anche alla straordinaria lealtà generosità del gruppo fondativo». E «siccome non abbiamo alle spalle una grande storia del Pd, e il nostro è davvero l’unico partito non personale, dobbiamo provare con tutte le fatiche e le difficoltà non solo a salvare questa identita’ ma a fare in modo, ognuno per sé e poi per tutti, di considerare questo progetto come in grado di stare in campo per un lungo futuro, al riparo dai rischi di chi sale e scende a seconda delle convenienze, e di garantire a chi ci sta che questa storia deve avere un grande futuro», ha concluso.

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