Le angustie del Pd
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Le angustie del Pd

Il Partito Democratico arriva a un giro di boa importante: sabato si terrà l'assemblea e i piddini dovranno valutare il futuro del partito. [Nuccio Fava]

Le angustie del Pd
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9 Maggio 2013 - 18.28


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di Nuccio Fava

Ricordo bene la grave crisi della Dc con le dimissioni di Fanfani segretario, dopo la sconfitta al referendum sul divorzio. Ore difficilissime e complicate che neppure Moro riuscì a sciogliere del tutto. Benigno Zaccagnini fu alla fine eletto segretario, soluzione istituzionale e transitoria- così fu definita -essendo Zaccagnini presidente del partito.

Il nuovo segretario divenne subito molto popolare, volto nuovo della democrazia cristiana, espressione di una forte volontà di rinnovamento ideale e di moralità. Caratteristiche che connotarono anche la proposta politica di Enrico Berlinguer, che superò per la prima ed unica volta la Dc alle elezioni europee.

I guai e le difficoltà delle forze politiche hanno caratteristiche proprie e non si possono assimilare disinvoltamente a quelle del Pd. Queste ultime vengono da lontano anche a causa di una fusione ambigua e a freddo – come fu chiamata – tra la componente post-comunista e post-democristiana. Hanno pesato anche le contrapposizioni manichee contro il berlusconismo e la suggestione di avere in mano di volta in volta la partita, senza mai riuscirvi compiutamente.

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Anche le ultime elezioni sono state clamorosamente segnate da queste caratteristiche. Con l’aggiunta degli errori finali di un ostinato tentativo di sfondamento velleitario e anche un po’ umiliante verso i parlamentari di Grillo e i flop clamorosi nel voto per il Quirinale, prima con Marini, e poi con Prodi. Solo l’estremo aiuto del capo dello Stato Napolitano ha risparmiato una irrimediabile disfatta.

Risalire la china non sarà facile perchè bisognerebbe prima di tutto raccontare con verità i gravi errori commessi e indicare -senza recriminazioni, colpi bassi e rimpianti- la nuova rotta necessaria. Il governo Letta dovrebbe non tanto restare fuori dai confronti e dagli scontri interni, ma essere valorizzato e sostenuto in ogni modo come segno evidente del contributo e dell’assunzione di responsabilità difronte agli enormi problemi della crisi.

Il confronto ed il dibattito interno dovranno opportunamente mettere in rilievo le differenti posizioni e valutazioni, avendo sempre però di mira la funzione che il Pd vorrà svolgere nella società italiana. Soprattutto in termini di ispirazione ideale e di slancio morale che restano motivazioni di fondo non rinunciabili e avvertite sempre come premessa di ogni autentico rinnovamento della politica e dei partiti.

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