Accuse pesanti, che hanno suscitato clamore e dissenso in aula. Colpa (o merito a seconda dei punti di vista) di Andrea Colletti, membro di M5s, che ha preso la parola dopo il discorso di Enrico Letta alla Camera e ha attaccato il vice-presidente Angelino Alfano.
«Presidente Letta, visto il ministro dell’Interno scelto», o che gli è stato imposto, «sembra il governo della trattativa stato-mafia, il governo del bavaglio alla magistratura» ha affermato Colletti riferendosi ad Angelino Alfano.
Mentre il grillino parlava, però, l’aula del Parlamento rumoreggiava.
«Presidente Letta è inutile mettere facce nuove quando sulla parete c’è la muffa. La soluzione è rimuoverla non passarci sopra una mano di vernice. Questo siete voi: una mano di vernice su un muro rovinato dalla muffa».
Andrea Colletti ha poi proseguito attaccando direttamente il presidente del Consiglio,in quanto nipote di Gianni Letta, braccio destro di Silvio Berlusconi «È una democrazia di famiglia» ha detto. E ha chiesto a Letta di fare chiarezza sulla sua fondazione e su i suoi finanziatori.
Parole contestate e che hanno provocato la reazione di Rosato del Pd e di Saltamartini del Pdl che, intervenendo per chiedere il rispetto del regolamento, hanno sostenuto che il dibattito non avrebbe dovuto consentire insulti personali.
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