«Un governo con Alfano è un incubo… però era l’ultima fermata e non si poteva perdere». Lo dice la neo governatrice del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani (Pd). «Devo dire in questo esecutivo ci sono persone che stimo come Mario Mauro – aggiunge -. Il fatto poi che ci sia Emma Bonino agli Esteri mi fa così piacere che forse non mi permette ancora di capire lucidamente di quale governo si tratti».
«Resto dell’idea – spiega – che, per quanto politico, sia un “governo del presidente” che nasce per intese larghe, al di fuori del passaggio interno ai partiti. Mi dispiace non sia esteso al M5s. È chiamato a mettere in campo delle riforme in tempi certi che guardino alle istituzioni, ma anche ai dati economici con un investimento sulle politiche attive del lavoro. Interessante è avere indicato Enrico Giovannini, ex presidente dell’Istat, che non è un “professore” ma Non c’erano ha una competenza tale da potere individuare le esigenze di un mercato del lavoro irrigidito dalla crisi».
«Mi pare che Letta abbia voluto fare un investimento nel rinnovamento – spiega -. Franceschini è il punto di esperienza. A guardarlo dalla prospettiva del partito, viene meno una intera classe dirigente a cui eravamo abituati. D’Alema, Bindi, Finocchiaro, anche Bersani ormai non ci sono: non è un’abdicazione ma una foto di quello che è successo, una sostituzione “storica”».
Serracchiani però non mette la mano sul fuoco sulla fiducia di lunedì: «Dopo il voto su Prodi non so più nulla… quello che è accaduto in quel week-end terribile ha toccato l’affidabilità del partito, vedremo».
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