L’annuncio dei nomi scelti da
Enrico Letta per formare la squadra di governo sancisce lo
stadio finale della metamorfosi politica italiana. Dal
bozzolo della stasi, quella fucina dell’inciucio che ha
congelato per anni il Paese portandolo anche oltre il
famigerato orlo del baratro, il Pd e il Pdl-l sono emersi
come una sola creatura, un partito nuovo, che chiameremo
d’ora in poi ‘Modello Unico’. Avevamo chiesto, e ci erano
state assicurate, competenze e un chiaro segnale di
discontinuità con il passato”. Così hanno scritto i parlamentari grillini.
“La risposta – è scritto nella nota – è stata ancora una volta, in
massima parte, la vecchia nomenclatura, responsabile della
situazione attuale, dove trovano ampia rappresentanza uomini
della Banca centrale europea (Fabrizio Saccomanni), uomini
che non hanno voluto o saputo portare a termine l’incarico di
tagliare i costi della politica (Enrico Giovannini),
frequentatori abituali di organizzazioni dove la stampa non
è ammessa e dove la trasparenza è un concetto chimerico
(Emma Bonino), uomini formati alla Bocconi e stretti
collaboratori del governo tecnico uscente, fautore di quel
paradigma dell’austerità che ora è sotto processo dalle
stesse forze europee che l’hanno voluto e imposto. L’unica
nota positiva è che, finalmente, l’Italia avrà
un’opposizione concreta e pervicace, che non farà sconti a
nessuno, come si conviene a un qualsiasi Paese che possa
definirsi democratico”.
Conclude il comunicato: “Il bipolarismo perseguito per
anni, senza successo, si realizzerà nel confronto costante,
serio e costruttivo, che vedrà da una parte i partiti che
hanno preso tutto, reclamando per sé anche le presidenze e
le vicepresidenze che da sempre spettano all’opposizione (o
regalandole a formazioni minori, specchietti per le allodole
nonché loro alleate nell’ultima tornata elettorale), e
dall’altra parte il Movimento 5 Stelle, con i suoi oltre 160
cittadini a occupare altrettanti posti nei due rami del
Parlamento: l’unico, vero, autentico segnale di
discontinuità con il passato, a garanzia – finalmente – di
trasparenza, verifica e controllo”.
Argomenti: beppe grillo