Cecile Kyenge, una vita per i diritti e contro la Bossi-Fini
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Cecile Kyenge, una vita per i diritti e contro la Bossi-Fini

Il nuovo ministro dell'integrazione è una novità positiva: medico, originario del Congo lotta per una nuova legge sulla cittadinanza. Insulti dalla Lega Nord.

Cecile Kyenge, una vita per i diritti e contro la Bossi-Fini
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27 Aprile 2013 - 19.51


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Cecile Kyenge è la donna dei
primati del nuovo governo Letta, per la sua provenienza: prima
‘africana’ in Parlamento e ora primo ministro di colore della storia
d’Italia. Medico oculista, vive a Modena, Kyenge è nata a Kambove, in
Congo, nel 1964 ed e’ stata eletta nella circoscrizione Emilia Romagna
alla Camera, nelle file del Pd. Tra le sue battaglie da attivista, la
libera circolazione, una nuova legge sulla cittadinanza e
l’abrogazione della Bossi-Fini.

La soddisfazione del nuovo ministro.

“Una decisione, quella di Enrico
Letta, che segna il passo decisivo per cambiare concretamente
l’Italia e il modo di vedere un’integrazione che è già presente nel Paese”: è il primo commento della deputata del Pd
Cecile Kyenge, nominata ministro dell’Integrazione nel nuovo
esecutivo guidato da Enrico Letta e prima donna di colore in un
governo italiano.

“Per me è una grossa soddisfazione
– dice – e ringrazio Enrico Letta per una decisione che segna il
passo decisivo per cambiare concretamente l’Italia, la sua
società e il modo di vedere un’integrazione che è già
presente nel Paese. Il mio percorso è merito di un lavoro
svolto con Livia Turco e il Forum immigrazione del Partito
Democratico: io sono la portavoce di una politica fatta
all’interno del partito, ma che è frutto di un lavoro comune
che raccoglie anche le istanze e le forti richieste della
società civile che in questo momento chiede a gran voce una
nuova legge sulla cittadinanza”.

La reazione scomposta della Lega:

“Siamo pronti a fare opposizione totale
al ministro per l’Integrazione, simbolo di una sinistra
buonista e ipocrita, che vorrebbe cancellare il reato di
clandestinità e per gli immigrati pensa solo ai diritti e non
ai doveri”. Queste le pacate affermazioni del segretario della Lega Nord-Lega
Lombarda, Matteo Salvini. “Venga in alcune città del Nord, a vedere come
l’immigrazione di massa ha ridotto gli italiani a minoranza nei
loro quartieri. I governatori leghisti del Nord – conclude –
faranno argine, nel nome del ‘prima i residenti, prima gli
italiani'”.

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