Al via le consultazioni di Enrico Letta per formare il nuovo governo. L’obiettivo vincolante assegnato da Napolitano è formare un governo di larghe intese con il programma dei dieci saggi. I ministri dovrebbero essere 18. Priorità nuova legge elettorale, cambiare il bicameralismo, ridurre parlamentari. La prima delegazione a essere ricevuta, nella Sala del Cavaliere di Montecitorio, è stata quella di Sel, con i capigruppo del Senato, Loredana De Petris, e della Camera, Gennaro Migliore.
Vendola. “Abbiamo spiegato le ragioni della nostra opposizione a quello che si preannuncia essere un governo di larghe intese”. Quindi no di Sel all’esecutivo sottolineando che le larghe intese “sono la risposta sbagliata al fatto epocale della richiesta di cambiamento”. “Abbiamo rivolto un augurio sincero di buon lavoro ad Enrico Letta”. “La nostra opposizione non significa regredire verso forme di populismo”. E ancora sul 25 aprile: “Il Cln era un luogo in cui convivevano diversità straordinariamente lontane e per certi versi inconciliabili. Solo un soggetto non c’era: i fascisti”. “Ecco, se avessimo dovuto ispirarci a quella esperienza – chiude Vendola – erano altri gli alleati da cercare visto che il nostro tema è uscire dal ciclo del berlusconismo”.
Maroni. “Soddisfazione perché l’incarico non è stato dato alle persone sui c’era la nostra netta e totale pregiudiziale contrarieta”. Dopo l’incontro con il premier incaricato Enrico Letta, Maroni pone tre condizioni (macroregione, risorse per il 75 per cento al nord e sistema federale) per entrare in maggioranza. “Attendiamo di sapere se saranno punti del governo se no staremo all’opposizione, concreta non ideologica che con il governo vuole sviluppare un rapporto dialettico”. “Attendiamo il discorso del premier incaricato ma mi pare di poter dire che noi staremo all’opposizione, siamo su questa posizione di stimolo”. “Ho trovato Letta molto determinato e concreto e consapevole che se il suo tentativo fallisce si va alle elezioni anticipate”.
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