di Pietro Manigas
1. La base. Questo è il problema numero uno, la base. I dirigenti si chiedono sempre perché mai debba esistere, chi è questa base e perchè si ostina a essere fondamentalmente di sinistra. Ma è ancora legale la base con la modernizzazione della politica e con i mercati che ci chiedono sacrifici?
2. La direzione.Se uno ha visto una direzione del Pd su youdem ha scoperto alcune cose: non ascolta nessuno, il tavolo della presidenza è agghiacciante. Sembra fatta nella sede di una federazione di provincia degli anni Ottanta. Manca solo che ognuno intervenga con la frase: sono d’accordo con il compagno che mi ha preceduto. E soprattutto: sono d’accordo con il segretario.
3. Bersani, il segretario ormai dimissionario. Altro che ti conosco mascherina a Berlusca, lo dovrebbe dire in giro per il suo partito. Visto che prima hanno appoggiato all’unanimità la linea, poi lo hanno impallinato a ogni ripresa. E sempre dichiarando ai giornali il contrario di quello che votavano negli organi di direzione. Insomma il povero segretario, reo di non aver azzeccato niente, è riuscito a farsi massacrare a destra e a sinistra.
4. Renzi e i renziani. Quando tutti pensavano che fossero infiltrati di Berlusconi si sono dimostrati anti-inciucione e hanno affossato Marini. Ora nello sbando non si capisce più da che parte siano. Dalla parte dei giovani, qualcuno dice. Altri sostengono che sono dalla parte che è più comoda per prendere il comando.
5. Civati. Ex rottamatore passato con Bersani, è di sinistra. E questo nel Pd è un po’ una colpa perché da tempo immemore si nota lo spostamento dell’asse verso il centro, dicono. Insomma Civati ha ora scoperto che nel Pd fanno finta di essere di sinistra. A roma si direbbe: bella Pippo.
6. Bindi, D’Alema, Veltroni . Sono risorse, dicono nel Pd. Rottamati? Ma proprio no ha spiegato Marini. Ci sono e contano. Tanto che la Bindi neanche è stato impallinato Prodi e inciuciato Napolitano che si è sbrigata a sottolineare che non toccherà a Enrico Letta la presidenza del Consiglio.
7. La Moretti. Occhio ceruleo, appena ha annusato odore di bruciato, ha salutato Bersani dicendo a cena agli amici: ne avevo piena le scatole delle sue metafore a raffica.
8. Fassino. Indimenticabile, oggi fa il sindaco di Torino. L’hanno visto spiegare a Bersani che non è male: stai a casa tua, dormi in famiglia, non hai D’Alema e Velardi tra i piedi…
9. Occhetto. Ma che fine ha fatto? Ve lo ricordate zelante quando su consiglio di un amico, diede le dimissioni? E zac, le accettarono senza neanche fargli pronunciare tutta la parola? Era arrivato a: dimiss… Già, ma chi fu quel bravo consigliere? la stessa guida di Bersani.
10. Franceschini. Il coro che lo ha infastidito è stato: che te vada pe’ traverso. ha dichiarato alla stampa: eppure pensavo che non mi conoscesse nessuno…
10 bis. Il fedele militante. C’è e ci sarà sempre il fedele militante che le ingoia tutte. Pronto a eseguire perché lo dice il partito. E anche questa volta resterà al suo posto. Fedele alla linea. Se solo si capisse quale è…
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