“Io insistetti molto per dire: scusate
ma perché non me li date al partito, che senso ha questa roba del
nero?”, racconta De Gregorio in uno dei suoi interrogatori ai pm
facendo riferimento ai due milioni di euro che gli sarebbero
stati erogati in contanti da Berlusconi attraverso Lavitola. “E
mi venne spiegato da Lavitola – aggiunge – che gli altri partiti
minori avevano ricevuto somme più o meno inferiori al milione di
euro che mi era stato bonificato. Ricordo addirittura che la
cifra di 700mila euro fu indicata per non far irritare Rotondi,
la Mussolini e gli altri che avevano ricevuto sostegni dal
partito in misura più o meno equivalente a questo contratto.
Quindi per non creare una rivoluzione tra i soggetti minori…”.
E’ così che De Gregorio motiva il versamento in più tranche e in
contanti dei due milioni di euro, oltre il milione erogato sotto
forma di contributo al movimento politico “Italiani nel mondo” da
lui fondato. Quanto alla somma in nero, secondo le accuse dei pm
messe nero su bianco nella richiesta di autorizzazione a
procedere con nuovi accertamenti investigativi inviata alla
Camera, si tratterebbe di soldi “provenienti da società di
capitali del gruppo Berlusconi in via di identificazione concreta
– sottolineano gli inquirenti – e transitati attraverso società
anch’esse in via di individuazione e infine consegnati in
contanti e con versamenti frazionati da Berlusconi a Lavitola e
da questi a De Gregorio, in violazione della normativa per il
finanziamento pubblico dei partiti politici, senza la delibera
dell’organo societario e senza comunque iscrizione delle somme
erogate”, si legge nel capo di imputazione.
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