Lo tsunami della liturgia del Capo
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Lo tsunami della liturgia del Capo

I frenetici risultati elettorali di queste ore danno un solo dato certo: la vittoria del Movimento 5 Stelle. Che sottolinea la forza prorompente della Liturgia del suo capo.

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25 Febbraio 2013 - 21.10


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Bruno Vergani

Beppe Grillo nei suoi comizi elettorali incitava i presenti: «Facciamo sentire ‘boom’ a Napolitano!» e la massa dei fedeli rispondeva in coro: «Boom!». Nulla di inedito. Il ‘Salmo responsoriale’ della santa Messa, quello che da sempre fa parte della sacra liturgia cattolica, funziona proprio così: il sacerdote intona l’antifona e l’assemblea dei fedeli risponde col ritornello. Nelle messe festive è preferibile recitarlo nella forma cantata, nella parodia dei riti di piazza anche urlata.

Più le piazze si riempivano e più la semantica di Grillo virava in direzione mitica, biblica, apocalittica e i comizi si trasformavano in prediche: «Invece di un movimento siamo diventati una comunità» e nel blog del moVimento veniva narrato la sua epica nascita e gloria: «Cercavamo una porta per uscire. Eravamo prigionieri del buio. Pensavamo di non farcela. Ci avevano detto che le finestre e le porte erano murate. Che non esisteva un’uscita. Poi abbiamo sentito un flusso di parole e di pensieri che veniva da chissà dove […] erano parole di pace, ma allo stesso tempo parole guerriere. Le abbiamo usate come torce nel buio e ora siamo fuori, siamo usciti nella luce…»

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Dio non è citato eppure incombe, con gergo sacrale è evocato un immaginario sociale scisso in due categorie inconciliabili: da una parte antichi faraoni miscredenti e crudeli, dall’altra la novella comunità degli eletti immacolati che sconfigge i tiranni approdando all’agognata terra promessa. Lì la folla dei prescelti da un Dio ignoto gioisce per l’eroica vittoria e si commuove per l’avvenuta redenzione. L’omologazione imperversa, rari i sostenitori critici all’interno del moVimento: l’impostazione gerarchica e la suggestione di gruppo tende a annichilire ogni disappunto così, nell’esaltazione unitaria, mentre gli eletti si scambiano vicendevolmente affetto fuori da quella appartenenza scorgono sagome di nemici: «Per voi è finita. Inizia una nuova era. Arrendetevi».

I noti punti di criticità del M5S: incompletezza del programma; inesperienza degli eletti; rifiuto alle partecipazioni televisive; sospetto di apertura alla destra estrema, appaiono agilmente risolvibili rispetto al problema di una comunità tenuta insieme dall’autocrazia del fondatore. Un autoritarismo di una qualità precisa: tralignamento dal civismo al parareligioso con approccio veterotestamentario in stile americano che solo un comico valoroso poteva implementare, un mix di Savonarola e dei Blues Brothers che tirano dritto indifferenti al confronto dialettico col diverso da sé, sia dentro che fuori la comunità; esagerazione e semplicismo nell’annunciare al mondo una presupposta verità assoluta, perfetta e invincibile, più simile – nello stile – a quella di un predicatore pentecostale americano che a quella di un duce nostrano. Comunità di eletti in missione per conto di un qualche Dio, paladini della sua indiscutibile verità. Quale? Come? Perché? Pochi dal MoVimento rispondono nel merito, non ne avvertono la necessità: difficile incontrare chi opera per un confronto democratico propositivo e dialettico, basta e avanza l’appartenenza nella conformazione alle direttive del fondatore.

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Quando in una comunità il pensiero del singolo tende a diventare evanescente fagocitato nell’anima di gruppo e mistiche comunitarie vengono confuse con prassi politiche non ne è mai uscito nulla di buono. Anche questa volta il bislacco connubio presenterà il conto: il processo democratico sarà più complicato a livello nazionale e ancor prima all’interno del moVimento stesso. Eppure, forse per ataviche nostalgie di appartenenza a qualche chiesa, forse per superficialità, sicuramente per eccessiva afflizione e una impulsiva motivatissima disaffezione ai partiti tradizionali, milioni di italiani hanno perso lucidità e avallato puerili consolazioni. Sarà per la prossima volta. Vista la situazione presumibilmente a breve.

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