La parola chiave di questa campagna elettorale è “shock”, o ”choc”, scegliete voi, fa lo stesso. I leader promettono proposte choc, e quando queste arrivano, ci pensano i media a raccoglierle. Poi, l’attesa dei media è per la proposta choc successiva, dal fronte avverso a chi ha ”sparato” la prima. E si va avanti così, da una proposta choc all’altra, in attesa del voto. La prima, ovviamente, è stata quella di Berlusconi sull’Imu. Ma non è stato lasciato solo. Del resto, come ha ricordato una vignetta di Sebino su Globalist, questa campagna elettorale è un po’ come la lettera dettata da Totò a Peppino: punto, punto e virgola, due punti. Non badiamo a spese! E mentre si susseguono le proposte choc, lo shock per noi viene dalla lettura delle cronache: Eni, Saipem, mega tangenti, corruzione, Mps, mazzette, politica e affari, interessi personali e di parte, con una bella spruzzata di massoneria, che non manca mai. E ci fermiamo qui per non farci vincere dalla tentazione di scappare.
Nel frattempo, l’altro shock ci viene dalle immagini delle piazze che accolgono Grillo: da Catania a Padova passando da Bologna e in attesa di San Giovanni, a Roma, per il gran finale. Piazze stracolme, e non possono essere affollate solo da curiosi. Perché, dopo aver letto sui giornali di Mps, Saipem e del ricco contorno di piccole e grandi vicende vomitevoli del Bel Paese che cozzano con la difficoltà quotidiana delle famiglie, alla fine vai in piazza, anche sotto la pioggia, e applaudi se dal palco l’ex comico urla ”Gli faremo un culo così!”. Vedremo, vedremo come andrà a finire. I sondaggisti italiani si fermano ad una soglia, quelli stranieri alzano l’asticella del risultato di Grillo. E si può capire: i sondaggisti italiani si dividono i clienti italiani, centrodestra o centrosinistra, e non hanno interesse a spaventare il loro cliente. Nell’attesa, due notizie senza aggettivi. Tanto meno, choc.
Palermo. Sabina e Domenico hanno entrambi 30 anni. Hanno quattro figli e sono entrambi disoccupati. Lui sarebbe manovale, lei domestica. A casa o fuori, solo le braccia e la schiena. Non si lavora sempre, solo di tanto in tanto. In famiglia, ogni giorno ci vogliono 15 euro per mangiare. E’il minimo per sei bocche. Per un po’ ce l’hanno fatta, questo mese non riuscivano a pagare i 380 euro di affitto della casa. A Sabina e Domenico non è rimasto altro che andare nel vicino mercato di Ballarò e vendere quel poco che avevano in casa:mobili, lenzuola, vestiti. La storia e le foto raccolte dalle pagine locali di Repubblica.
Seconda notizia. Periferia di Milano. I volontari di ”Pane Quotidiano” anche oggi distribuiscono pane, latte, pasta, uova…per chi non riuscirebbe a mettere assieme pranzo e cena. E’ mattina, fa freddo, ma la fila è lunghissima, ogni giorno sempre più lunga. Non prevalgono gli immigrati, ci sono pensionati, cinquantenni espulsi dal lavoro, giovani che non hanno mai visto in faccia il lavoro. Chi può, si mette in fila col figlio, per un pacco in più. Dietro il lavoro dei volontari che preparano il pacco dono e lo distribuiscono, ci sono aziende che donano i loro prodotti. Questo a “Pane Quotidiano” accade ogni giorno, ma non fa notizia. Tanto meno, notizia choc.
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