A Roma si direbbe che il più pulito “c’ha la rogna”, ma il leader di Scelta Civica Mario Monti la sua vuole farla vedere il meno possibile, e da “tecnico” oggi ha accusato frontalmente il Partito democratico di avere delle responsabilità nella crisi della banca senese, sprofondata nella voragine di operazioni finanziarie poco trasparenti.
Per Mario Monti, il cui governo è stato accusato di aver “coperto” il Monte dei paschi le cose stanno tutte diversamente: il comportamento degli enti pubblici è stato addirittura “ineccepibile”, e il Pd invece ha le mani sporche. Lettura talmente parziale da far pensare a un interesse un tantino strumentale.
“Il circuito
pubblico” non ha responsabilità nella vicenda Monte dei
Paschi, ha detto Mario Monti ”La responsabilita’ – afferma ai microfoni di ‘Radio
Anch’io’ – è di chi ha generato quella situazione: tutto quello
che riguarda il circuito pubblico, la vigilanza presso la Banca
d’Italia, la richiesta della Banca d’Italia al ministero di
intervenire con il presitto e la formulazione del prestito, si
può sempre verificare e riguardarlo, ma mi pare ineccepibile”.
Sulla vicenda, ha aggiunto, va fatta ”la massima chiarezza e
questo spetta alla Banca d’Italia” o alla magistratura penale,
”ove necessario” perché ”le orgini del problema vanno
indagate con rigore ed è importante fare chiarezza sulle
responsabilita”.
E a proposito delle responsabilità ecco l’attacco al Pd: ” Questi problemi, nel caso del Monte
dei Paschi, ma anche in altri casi, anche in altri Paesi, sono
in gran parte derivati da una brutta bestia: cioè la
commistione fra banche e politica”, ha spiegato Monti. Un
fenomeno, ha aggiunto, ”che ho preso di mira da molto tempo,
anche sul piano personale”. Il leader di Scelta Civica ricorda
di aver rifiutato la guida della Banca Commerciale italiana
perché le cariche erano state ”lottizzate”, ma anche le sue
indagini a Bruxelles quando era commissario Ue e le sue proposte
in Italia ”contro la commistione banche-politica”.
Insomma, per fortuna che SuperMario c’è. Ma da capo del governo non pare che si sia sbracciato a denunciare commistioni pericolose.
Il Pd, intanto, ribatte su tutta la linea anche perché la “tegola Mps” a pochi giorni dalle elezioni, è oggettivamente brutta.
Finocchiaro: Monti ci rispetti. “Monti dice che il Pd c’entra con
MPS? Il Pd non c’entra nulla. E la posizione del Pd in materia
di derivati è chiara e trasparente come testimoniato sempre
dagli atti e dai comportamenti parlamentari del mio partito – ha detto la capogruppo al Senato del Pd Angela Finochiaro – Ho
visto anche le altre dichiarazioni di Monti. Io credo che
sarebbe bene che il professor Monti portasse rispetto al Partito
democratico. Capisco la campagna elettorale, ma non si possono
seminare dubbi gratuitamente nei cittadini. E anche la
equidistanza professata da Monti nei confronti del
centrosinistra e del centrodestra credo sia un errore
controproducente per i centristi stessi. Monti sa bene quale sia stato il contributo del Pd al suo
governo e quale sia stata la nostra lealtà – ha aggiunto – E Monti sa come noi
che il primo obiettivo per il bene del Paese è, oltre dare un
governo stabile che aiuti l’Italia a rimettersi in cammino,
impedire che la destra torni al governo. In ogni caso sarebbe
auspicabile un maggiore rispetto per il Pd. Non si possono
raccontare ai cittadini, solo per scopi elettorali”.
Risponde anche Fassina. A rintuzzare Monti ci pensa anche Fassina, il massimalista (seconodo Monti, che spesso lo prende a esempio di una politca poco riformista). “Non era il Pd locale che
influenzava la Banca, ma era la Banca che influenzava il Pd
locale tant’e’ che i sindaci prima di Ceccuzzi erano espressione
diretta del management della Banca” – ha detto il responsabile
economico del Partito Democratico, intervenuto a
”Nove in Punto”, su Radio24 “Se c’è stata una
gestione sbagliata, come credo, – aggiunge – riguarda le scelte
manageriali. Ritengo che sia stato un errore da parte della
Fondazione quello di non scendere nel capitale della Banca come
hanno fatto tante altre Fondazioni, ma di indebitarsi per
mantenere il 49% del capitale della Banca”. Sul rapporto del
partito con la banca Fassina dice che ӏ nella legge che
quelle nomine siano fatte dagli enti territoriali, enti
territoriali che a Siena erano espressione della Banca. Cioè il
rapporto tra Banca e amministrazioni o partito è inverso di
quello che si tenta di descrivere”.