I Radicali si schiereranno con la destra alle elezioni per la Regione Lazio. Il simbolo “Amnistia giustizia e libertà” si apparenta con quella del Pdl e delle altre liste ache appoggiano Francesco Storace – leader dell’Msi – come presidente.
I Radicali sono sempre stati una forza indipendente e il “salto della quaglia” nel loro caso è un esercizio di stile. Stavolta la cosa appare un po’ più stridente del solito: intanto perché Storace è quanto di più lontano dal liberismo e liberalismo radicale, e poi perché proprio nella legislatura appena passata autorevoli esponenti del partito, tra cui la segretaria Rita Bernardini, sono stati in parlamento sotto l’ala del Partito Democratico.
Esperienza non molto soddisfacente per i Radicali, che rivendicano il loro simbolo e le loro specifiche tematiche.
C’è poi da considerare che Storace rappresenta tutto tranne il “nuovo che avanza”, che Nicola Zingaretti, candidato del Pd, ha una buona base di partenza per la vittoria, e che il candidato della destra si appoggia agli stessi partiti che sono finiti sotto inchiesta per lo scandalo delle mazzette alla Regione. Non è secondario poi un altro aspetto: alle scorse elezioni a guidare la coalizione di centrosinistra nel Lazio era Emma Bonino, Radicale della prima ora…
Ma il leader dei Radicali Marco Pannella non se ne dà pena: “Tanti topi scapperanno dalla nave dicendovi che sono elefanti”, dice ai microfoni del Tg5
Francesco Storace sorride a denti stretti: “So che se ci saranno mi faranno opposizione dall’interno. Ma io sono contento: accetto la sfida”.
In realtà i giochi non sono ancora chiusi, e quella di Pannella potrebbe essere solo una boutade. LA questione è che i Radicali volevano ricandidare i due consiglieri uscenti Berardo e Rossodivita, considerati due consiglieri molto impegnati e tra l’altro quelli che hanno cominciato a portare alla luce le ruberie die gruppi consigliari. Ma secondo i Radiclai sarebbe stato lo stesso Zingaretti a porre il veto (“una ‘ricompensa’ per quello che hanno scoperto”, maligna qualcuno). Zingaretti però definisce queste ricostruzioni “furbette”: “Nessuno è stato escluso, semmai si è escluso da solo – ha detto Zingaretti – io non ho alcuna preclusione”. E ha concluso: “Per i Radicali la porta è ancora aperta”.
E forse verso quella porta, una volta ottenuta la ricandidatura dei due consiglieri, i Radicali saranno spinti anche dalle proteste che si cominciano a levare da dentro la coalizione che candida Storace:
“Mi auguro che non ci sia alcuna alleanza
tra il centrodestra e i Radicali alla Regione Lazio. I valori e
l’antropologia che rappresentano sono alternativi ed
incompatibili con i nostri: noi crediamo nella difesa della vita
e della persona dalla nascita alla morte naturale, loro hanno
altre idee – dice in una nota il consigliere uscente della
Provincia di Roma di ‘Fratelli d’Italia-Centrodestra Nazionale’,
Federico Iadicicco –
Ricordo a tutti – conclude – che non più’ tardi di due anni e
mezzo fa, alle passate regionali del Lazio, fu proprio un
esponente dei radicali a guidare l’alleanza del centrosinistra.
La Regione si vince col coraggio, non con i tatticismi”.
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