Primarie, Alfano: se ci sono indagati non mi candido
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Primarie, Alfano: se ci sono indagati non mi candido

Il segretario Pdl si riferisce all'imprenditore Proto che replica: «Sono vittima di fuoco amico, queste primarie sono solo una pagliacciata».

Primarie, Alfano: se ci sono indagati non mi candido
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23 Novembre 2012 - 15.14


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Le primarie del Pdl sono ancora una grande incognita e stanno causando ancora liti interne al partito. Oggi il segretario del Pdl Angelino Alfano ha dichiarato: «Se ci saranno candidati indagati a queste primarie non ci sarò io». «Berlusconi ha appena firmato la nomina del comitato dei garanti – ha aggiunto- a cui rivolgo un appello: niente indagati a queste primarie, si tratta di aprire una fase nuova e io non sono disponibile a gareggiare in un contesto che non è quello giusto». Il leader del Pdl non ha fatto nomi di indagati potenzialmente in corsa per le primarie ma è facile ipotizzare che si riferisca all’imprenditore Alessandro Proto indagato per aggiotaggio dalla procura di Milano.

E immediata è arrivata la replica del finanziere Alessandro Proto, che si ritiene vittima di una «macchina del fango», di un «fuoco amico» partito dal Pdl dopo che ha ufficializzato la sua partecipazione alle primarie del partito. «Le primarie sono una pagliacciata -afferma- fatte esclusivamente perchè partecipino Alfano piuttosto che la Meloni». Quanto alle notizie sul fatto che è indagato a Milano, «sono assolutamente false e infondate. Non sono mai stato sentito da nessun Pm, nemmeno da quello citato dai giornali, Isidoro Palma».

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Alfano ha anche tenuto a precisare che «con Berlusconi non c’è alcuna contrapposizione ed ha firmato la nomina del comitato dei garanti». Quanto alla possibilità di un Monti-bis «sarebbe una fotocopia dell’esistente e noi non faremo un accordo con questa sinistra». Nulla contro la persona del premier. «Saranno le elezioni a determinare la maggioranza nel Paese -afferma Alfano- io ribadisco la nostra stima nei confronti del presidente Monti e penso che la sua sia una figura importante per le istituzioni italiane» ma il Pdl non è disposto a replicare gli accordi dell’attuale maggioranza di governo. «È chiaro -afferma- che saranno gli italiani a decidere chi sarà il prossimo premier nel nostro Paese, così come accade in tutti i governi occidentali».

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