Alfano si candida alle primarie. Il Pdl in rotta

La destra nel frullatore: la discesa in campo di Berlusconi, i rottamatori alla Santanché, la batosta siciliana. Angelino fa il moderato e rilancia la sua leadership.

Alfano si candida alle primarie. Il Pdl in rotta
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29 Ottobre 2012 - 18.40


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Piccoli Angelini crescono: pensare che quando Berlusconi lo lanciò come segretario del partito, tutti dicevano “Angelino chi?”, nonostante fosse stato ministro della Giustizia. Ma da capo di partito no, non ce lo vedeva nessuno. E poi Berlusconi, con quel suo fare paternalistico sembrava sminuirlo il giorno dell’incoronazione “E’ pure un bel ragazzo” (vabe’ che lo disse anche a Barack Obama).

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Da allora però di acqua ne è passata sotto i ponti, e Angelino Alfano a pochissime ore da una batosta attesa in Sicilia, la sua Sicilia, scende in campo in conferenza stampa e dice: “Non mollo. Mi candido alle primarie”. Il che vuol dire due cose: uno che le primarie nel centrodestra si faranno, cosa affatto scontata, e si faranno il 16 dicembre, come ha detto oggi Alfano. E due che Angelino Alfano vuole rimanere segretario. “E’ una tragedia” il commento di una azzurra (per ora) come Alessandra Mussolini. Lei, la pasionaria di professione, aveva salutato invece la presa di posizione di Berlusconi sabato pomeriggio. Quando aveva fatto capire che il Pdl avrebbe potuto “staccare la spina” al governo Monti.

Da molti quell’annuncio che ha animato la giornata politica di sabato, proprio alla vigilia della consultazione siciliana, non era che un altro trucco del vecchio, stanco, e quasi carcerato Silvio Berlusconi, un modo per rimescolare le carte, il suo solito “coup de theatre”. Forse, però, era qualcosa di più: perché non c’è dubbio che il “governo dei professori” rappresenti una misura un po’ per tutti i partiti. E bisogna capire da che parte del campo stare. Berlusconi “che con un grande atto di generosità quel governo lo ha fatto nascere”, ha ricordato con una punta di veleno Alfano, pensa come sempre che l’Italia abbia bisogno della “scossa” per dirigersi in massa da qualche parte. “La dichiarazione di Berlusconi mi preoccupa un po’, perché di populismi ne abbiamo già tanti…”, aveva infatti commentato amaro il leader del Pd Pierluigi Bersani.

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Angelino Alfano, invece, prova a interpretare la voce della “destra moderata”, quella che quasi tutti in questi anni hanno provato a interpretare, con pessimi risultati, ma che certo è un’aspirazione comune, perché come dice una vecchia volpe della politica come Osvaldo Napoli: “In Italia il potere di vincere o di perdere le elezioni è tutto e solo nelle mani delle forze moderate, liberali e riformiste. Tutto il resto è chiacchiera – dice Napoli – Ora il PdL si trova davanti a un duplice rischio: di essere sovrastato dai grillini nel ruolo di forza antisistema; oppure, di essere marginalizzato in quanto partito inserito del sistema”. Ma, prosegue Napoli “il risultato non è negativo se si osserva che arriva nonostnte il segretario sia stato bombardato dal suo stesso partito”.

Sotto accusa c’è addirittura Berlusconi, che ri-scendendo in campo ha messo di nuovo tutto in moto, sconvolgendo fragili equilibri, in una Italia che secondo molti – tra cui Alfano – non è più quella degli anni ’90, nonostante l’evidente voto di protesta a Grillo. Eppure, il segretario del Pdl conosce benissimo – ovviamente -il potere del suo padrino e il suo legame col popolo del Pdl, per cui oggi in conferenza stampa ha precisato: “Ho parlato con Berlusconi e condivide la mia analisi: abbiamo perso perché abbiamo diviso i moderati”.

Ma sotto accusa ci sono anche i rottamatori, alla Daniela Santanchè, quelli che dicono “torni Berlusconi e si dimetta questa dirigenza che non sa parlare con la gente”. Quelli che dicono di voler rifondare completamente il partito e stanno già cercando un altro nome.

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Questi vorrebbero far fuori Angelino. Ma lui vende cara la pelle. A dargli una mano ci pensa Pierferdinando Casini, il quale non parla mai a sproposito e oggi, mentre in Sicilia vince con il Pd, apre le porte a livello nazionale al Pdl di Alfano: “Non è un mio alleato politico, ma la deligittimazione che sta avvenendo nel Pdl di Angelino Alfano è indecente, e solo una persona perbene come lui può non dire nulla. Le elezioni in Sicilia sono state perse dal Pdl per colpa di tanti, tranne che di Angelino Alfano”. E non basta? “Allearsi con il Pdl? Se i toni restano quelli di Berlusconi sabato lo vedo impossibile”. Ma per questo, c’è Angelino.



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