Fiorito accusa la Polverini, poi ci ripensa
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Fiorito accusa la Polverini, poi ci ripensa

La Guardia di Finanza è da stamattina nella sede della presidenza del consiglio regionale, per cercare riscontri alle parole di Fiorito dette prima della smentita.

Fiorito accusa la Polverini, poi ci ripensa
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20 Settembre 2012 - 18.55


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Ci ha ripensato Fiorito, che ha di corsa corretto il tiro sulle accuse alla presidente della Regione Renata Polverini. Prima l’ha tirata in mezzo, dicendo che non poteva non sapere quello che stava accadendo. E poi, in perfetto stile berlusconiano, ha smetito le sue parole, dichiarando: “Non ho detto che Renata Polverini non poteva non sapere. Non esiste alcun sistema e ho rendicontato tutto”. “Non mi piace essere paragonato a Luigi Lusi – ha aggiunto Fiorito – e non ho paura di andare in carcere perché non c’è motivo di finirci”.

Ma intanto gli investigatori della Guardia di Finanza sono nella sede del consiglio regionale del Lazio da questa mattina. Stanno ascoltando alcune persone alla ricerca dei riscontri di quanto ha detto in prima battuta Franco Fiorito ai giudici nell’incontro di ieri: “La presidente della Regione Renata Polverini non poteva non sapere, poiché si trattava di una decisione di cui la giunta prendeva atto, dell’accordo di ripartizione dei fondi assegnati ai gruppi dall’ufficio di presidenza”.

Accuse gravi quelle mosse da Fiorito, che se fossero dimostrate si abbattrebbero direttamente sulla Polverini, che in queste ore è impegnata nei colloqui con i vertici del Pdl per cercare di mettere una toppa alla situazione che a molti pare ormai disperata. E intanto le dimissioni del capogruppo Pdl in Regione Francesco Battistoni ladiano aperto un grosso interrogativo su quanto stia realmente avvenendo. Il consigliere ha lasciatoil suo posto dopo aver incontrato i “colonnelli” del partito di via dell’Umiltà. Irrevocabili le sue dimissioni.

E Renata Polverini cerca di gettare fumo sulle indiscrezioni di queste ore, ribadendo che le sue eventuali dimissioni partiranno da lei stessa domani in consiglio. “Qualcuno parla al posto mio”, ha sottolineato la presidente. “Ho condizionato il mio impegno al consiglio – ha aggiunto -, non sono disposta a pagare le colpe di altri”. E poi: “Ho dato disposizione ai miei uffici di rendere noti i dati e di metterli in rete, per dimostrare quello che noi abbiamo fatto e quelli che hanno fatto gli altri”. Ma c’è da giurare che l’incontro atteso a Palazzo Grazioli tra Silvio Berlusconi e lo stato maggiore del partito, a via del Plebiscito, sarà dirimente per una situazione ormai tesa fino allo spasmo.

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