di Marco Fiorletta
Sono giorni che ci penso, prima Monti e poi Passera hanno detto che nel 2013 supereremo la crisi e che si intravede qualche piccolo spiraglio. Allora perché gli italiani questo spiraglio non lo vedono? Sono forse tutti ciechi e obnubilati dall’antimontismo?
Obiettivamente viene da dire che fin’ora si è lavorato per il mercato, questo fantomatico essere di cui tutti parlano ma che nessuno ha mai visto, nessuno conosce la sua voce, il viso e men che meno l’indirizzo di casa. Nemmeno gli operatori di borsa che sono quelli che lo frequentano giornalmente. Ci spieghino perché dovremmo essere ottimisti e attendere la fine del 2012 con rinnovata leggerezza d’animo e colmi di speranza, ce lo dicano così almeno ci prepariamo alle feste natalizie con animo sereno e pieni di gratitudine.
Sempre nei giorni scorsi su un giornale, l’Unità, c’era una tabella che riportava questi ottimistici dati per il decennio 2002/2012: costo della vita +24%, acqua +69,8, gas +56,7, rifiuti +54,5, biglietti ferroviari + 49,8, autostrade +47,5, energia elettrica +38,2, servizi postali +28,7. E, come se non bastasse, sono dati provvisori che potranno salire in base all’aumento del petrolio. In base a questi dati, non smentiti, come potrebbero gli italiani essere ottimisti e nutrire fiducia? Se poi ci aggiungiamo tutte le lamentazioni degli operatori turistici che non fanno che confermare i dati di coloro che non sono andati in vacanza ci si rende conto che il Paese è allo stremo, non si può dire canna del gas visto i costi del suddetto.
Certo, Herr Professor ha dalla sua l’alibi e la certezza che senza di lui staremmo peggio, ma nessuno può negare che a pagare questa crisi sono stati i soliti noti, quelli di cui si conosce l’indirizzo, il codice fiscale e il reddito, ma non tutti. In proporzione i meno abbienti, notoriamente più numerosi, hanno pagato più dei ricchi aumentando così la sperequazione già esistente. Professor Monti, ci ridia qualcosa indietro, subito, a brevissima scadenza, forse potremmo anche vedere una luce in fondo al tunnel perché così come siamo messi non riusciamo nemmeno ad alzare la testa dalla barella. L’unica cosa che vediamo, quando apriamo gli occhi, è il bianco del soffitto e le lampade al neon, se le hanno accese.