Il taglio dei rimborsi ai partiti è ora legge
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Il taglio dei rimborsi ai partiti è ora legge

Il Senato dà il via libera definitivo al disegno di legge che prevede il dimezzamento del finanziamento dei partiti: da 182 a 91 milioni. Ai terremotati 165 milioni.

Il taglio dei rimborsi ai partiti è ora legge
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5 Luglio 2012 - 18.30


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Il Senato ha dato il via libera definitivo al disegno di legge che prevede il taglio del finanziamento dei partiti. I rimborsi saranno così dimezzati, come previsto dall’articolo 1: dai 182 attuali si passa a 91 milioni. Nel disegno di legge è previsto anche che i 165 milioni dell’ultima tranche di rimborsi elettorali siano girati ai terremotati. Il testo sarà legge dopo la pubblicazione in Gazzetta, tra 15 giorni.

A votare sì sono stati 187, 17 i no e 22 gli astenuti. Contrari Antonio Del Pennino del Gruppo Misto e l’Italia dei Valori. A favore il Pdl, il Pd, l’Udc, l’Api e Coesione Nazionale. La Lega si è astenuta, perché, come ha spiegato in Aula il senatore Sergio Divina «potevamo fare molto di più». Non hanno partecipato al voto i senatori Ecodem del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.

Oltre al taglio di 91 milioni, il ddl prevede che i partiti, per avere i finanziamenti, dovranno ottenere il 2% alla Camera o avere almeno un eletto. Inoltre, dovranno dotarsi di un atto costitutivo e di uno statuto conforme ai principi democratici nella vita interna, con particolare riguardo alla scelta dei candidati, al rispetto delle minoranze, ai diritti degli iscritti. I partiti potranno investire soltanto in titoli di Stato emessi da paesi membri dell’Unione Europa. Non potranno più prendere in affitto o acquistare a titolo oneroso immobili da persone elette nel parlamento europeo, nazionale o nei Consigli regionali. La legge prevede poi detrazioni fiscali per le erogazioni a favore di partiti e movimenti politici da parte di privati.

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Nel testo sono presenti anche misure per garantire la trasparenza e i controlli dei rendiconti dei partiti e dei movimenti politici. Prevista una commissione ad hoc, presso la Camera, con 5 magistrati che vigileranno sui bilanci dei partiti: 3 saranno della Corte dei Conti, uno del Consiglio di Stato e uno della Corte di Cassazione. La commissione avrà anche il compito di porre sanzioni. Se i partiti non risulteranno in regola, potranno subire come pena massima la decurtazione dell’intero importo del rimborso o dei due terzi di rimborsi e contributi a seconda della gravità della violazione. Sui bilanci dei partiti, vigileranno società di revisione iscritte nell’albo Consob. In più tutti i tesorieri, anche quelli che non abbiano una carica elettiva, avranno l’obbligo di pubblicare i redditi e il patrimonio anche della moglie (se c’è comunione dei beni) e dei figli a carico.

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