L'Italia delle cricche porcata per porcata
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L'Italia delle cricche porcata per porcata

Responsabilità civile per i giudici ma silenzio su quella penale degli onorevoli. Rimborsi elettorali o finanziamento occulto? Segreti e sporchi affari immobiliari di contorno.

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3 Febbraio 2012 - 12.35


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di Dino Rosso

Sfogliando la Margherita, rubo, non rubo. Lo scandalo dei rimborsi spariti scatena la polemica all’interno del gruppo dirigente della Margherita. L’ex partito che mantiene patrimonio e cariche. L’ex tesoriere della Margherita, senatore Luigi Lusi, “margherito” diventato Pd, era stato segnalato per “spese spregiudicate” dal presidente degli Ecodem Abruzzo ai garanti nazionali e al segretario Pd Bersani. “Come risposta sono stato minacciato dai suoi legali di essere portato in giudizio per diffamazione”. in serata Francesco Rutelli, a Otto e mezzo, ha preso le distanze da quanto accaduto e garantendo di essere all’oscuro di tutto. “Colpo durissimo, ma non mi rassegno”.

C’è chi ruba e chi guadagna. A palate. Più accorto di Luzi il collega Riccardo Conti, Pdl. Professione ufficiale, immobiliarista. Compra e e vende un palazzo nello stesso giorno e guadagna 18milioni. Caspita! Un palazzo nel centro di Roma, in Via della Stamperia, a pochi passi da Fontana di Trevi. Comprato per 26 milioni e mezzo di euro e rivenduto poche ore dopo a 44 milioni, più Iva. La storia è stata raccontata dall’edizione serale del Tg La7 del 31 gennaio. Venditore il Fondo Omega, società immobiliare gestita dalla Fimit, acquirente generoso l’Enpap, l’Ente nazionale di previdenza e assistenza per gli psicologi. Associati arrabbiati e in terapia.

Beni pubblici usati come Bancomat. Affari d’oro con gli immobili dello Stato. ll patrimonio di tutti che diventa affare per pochi. L’ultima puntata del giallo immobiliare è la compravendita-lampo di un palazzo nel cuore di Roma che ha permesso al senatore del Pdl Riccardo Conti di mettersi in tasca un plusvalenza da 18 milioni di euro in 24 ore: comprato a 26,5 milioni dalla società di Conti “Estate2”, è stato rivenduto il giorno dopo a 54 milioni all’ente previdenziale degli psicologi (Empap). Ma non stupiamoci troppo. Gli episodi di svendita di grandi patrimoni immobiliari pubblici impongono un ripasso: Empap, Enpapi, Enasarco, Siae.

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L’ex ministro e Propaganda fide. Il caso di Pietro Lunardi, l’ex ministro del Pdl accusato di aver acquistato sottocosto un palazzo di “Propaganda Fide” nel 2004 grazie all’intercessione di Angelo Balducci. Processo alla cosiddetta “cricca dei Grandi Event”i per il quale i magistrati del tribunale di Perugia si son visti negare per ben due volte l’autorizzazione a procedere dalla giunta della Camera. Tuttavia la dinamica e i saldi dell’operazione sono emersi chiaramente. Lunardi, insieme al cardinale e arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe sono entrambi “responsabili delle infrastrutture”, uno per conto del governo e l’altro per conto della Congregazione.

Meglio il baratto dei soldi. Questo, a quanto è noto, lo scambio. Il ministro avrebbe assegnato 2,5 milioni di euro all’ente religioso come contributo pubblico alla ristrutturazione della sede della Congregazione in piazza di Spagna, il religioso per contro avrebbe acconsentito alla vendita sottocosto di un immobile in via dei Prefetti alla società del figlio di Lunardi, Giuseppe, per 3 milioni anziché gli 8 milioni di valore effettivo. Insomma, un baratto all’ombra di un privatissimo affare immobiliare poi giustificato dietro imperscrutabili “superiori interessi collettivi”. Siamo ovviamente alla versione parziale dell’atto d’accusa. Difesa difficile.

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Quel Colosseo delle belve. Il caso più noto e svillaneggiato pubblicamente è quello del’allora ministro berlusconiano Claudio Scajola. Una vicenda quasi patetica rispetto alle dimensioni di vicende di maggiore attualità. Allora furono le dimissioni di Claudio Scajola. Sempre di un immobile si trattava e sempre di un ministro. Anche se, a distanza di tanto tempo, non è dato sapere come l’imprenditore Anemone potesse aver pagato l’appartamento a due passi dal Colosseo tenendo rigorosamente all’oscuro di tutto l’ex titolare dello Sviluppo Economico. L’indagine è ancora aperta. Lui, Scajola, da uomo di fede, credeva ancora a Babbo Natale.

La Siae che taglia i vitalizi. Ora parliamo dei palazzi della Siae, l’ente pubblico che si occupa di diritti d’autore. L’ente, si sa, deve far fronte a una situazione dei conti molto difficile e decide di fare cassa dismettendo parte del patrimonio immobiliare. Il 28 dicembre il presidente dell’ente Gaetano Blandini firma la vendita a due fondi immobiliari per un valore che è metà di quello stimato dal mercato: 260 milioni di euro anziché 463. La vicenda diventa un caso perché i sindacati dell’ente con 1200 dipendenti non hanno gradito la svendita che comporta il pagamento di una sede in affitto per 600mila euro l’anno all’Eur. Odore di cricca Anemone-Balducci.

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Anche gli infermieri zoppicano. Ente previdenziale degli infermieri Enpapi. Anche qui c’è una villa che in un giorno, stranamente, si è rivalutata del 25%. Lo racconta il Sole24Ore nell’autunno 2010. La cassa previdenziale decide di dotarsi di una prestigiosa sede e compra per 20 milioni di euro una villa in via Farnese 3, quartiere prestigioso di Prati. A venderla è Dm Immobiliare appena comprata dalla Citec Interbational, una società informatica, per 16 milioni. Non proprio un affare per gli infermieri che proprio nel momento di redarre il bilancio previsionale si sono accollati la perdita di 4 milioni in un colpo più i costi di ristrutturazione della villa.

Beffati anche gli agenti di commercio. Qualcuno ricorderà poi la vicenda Enasarco che ha travolto, senmza troppi danni personali, l’ex-presidente della Confcommercio Sergio Billè con una condanna a tre anni di reclusione per corruzione, riguardo al suo ruolo di intermediario nell’assegnazione del patrimonio immobiliare dell’Enasarco, l’ente previdenziale degli agenti di commercio. La condanna verrà condonata con l’indulto e cadrà in prescrizione dopo sei mesi. Tra le operazioni sospette, la vendita di un immobile di pregio dell’associazione a prezzo di favore all’amico Stefano Ricucci. Dai furbetti del quartierino a quelli del Quartierone?

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