L’aula della Camera ha respinto la richiesta di arresto nei confronti del deputato del Pdl Nicola Cosentino con 309 voti contrari e 298 favorevoli. La votazione è avvenuta a scrutinio segreto su richiesta del gruppo di Popolo e Territorio. La Giunta per le autorizzazioni aveva invece proposto di autorizzare l’arresto.
Canta vittoria il cavaliere, secondo il quale il no della Camera “conferma che il processo continuerà regolarmente senza intoppi” e che “il parlamentare Cosentino lo affronterà da uomo libero come è giusto che sia”.
Dura invece la reazione del Pd con Franceschini che vede nella bocciatura della richiesta di arresto “una brutta pagina per il Parlamento, un atto di gravità assoluta”. Il capogruppo del Pd alla Camera si dice “curioso di vedere come i combattenti padani giustificheranno il fatto che ancora una volta hanno calato le braghe di fronte ai diktat di Berlusconi. Ora mi pare abbastanza evidente perché il Pdl ha chiesto il voto segreto”.
Ma la più alta tensione è stata registrata in seno alla Lega dove si era quasi sfiorato il “contatto fisico” tra due deputati prima del voto. E, alla fine, Umberto Bossi aveva ribadito il suo “sì” all’arresto, pur concedendo libertà di coscienza a chi si sente “garantista”.
Deluso Roberto Maroni: “Ho ricevuto molti messaggi negativi” rispetto alla posizione di libertà di coscienza, “e di apprezzamento per la mia chiarezza: io non ho cambiato idea”. L’ex titolare del Viminale si è chiesto anche cosa penseranno gli elettori della Lega sull’esito del voto sull’arresto di Cosentino ma ha negato qualsiasi tipo di attrito con Bossi: “Non ho condiviso la posizione della libertà di coscienza – ha dichiarato – ma l’ho accettata perché era la posizione espressa dal gruppo. Ma non c’è nessun disaccordo con Bossi”.
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