Berlusconi senza ritegno: orgoglioso di quel che ho fatto

L'uomo del bunga bunga, del disastro nazionale che ha reso l'Italia ridicola al mondo scrive una lettera a Storace: rivendico il mio operato.

Berlusconi senza ritegno: orgoglioso di quel che ho fatto
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13 Novembre 2011 - 12.55


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Inseguito dalle monetine, dai cori e dallo sdegno nazionale, la faccia di bronzo di Berlusconi non perde colpi. Ecco le ultime cose che l’uomo di Arcore ha detto ha detto: “Condivido il vostro spirito e mi auguro di riprendere insieme a voi il cammino di governo». Ha aperto così l’ex premier Silvio Berlusconi una lettera inviata al secondo congresso nazionale della Destra nazionale, che si tiene a Torino letta delegati dal segretario Francesco Storace.

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E poi l’ex premier ha scritto: «rivendico con orgoglio quanto siamo riusciti a fare in questi tre anni e mezzo segnati da una crisi internazionale senza precedenti nella storia».

La Destra, ha aggiunto Berlusconi nella lettera, «rappresenta per noi un alleato prezioso e indispensabile. Permettetemi, però, di soffermarmi su questi giorni drammatici, con l’accelerazione della crisi e con le mie dimissioni che verranno formalizzate subito dopo l’approvazione della legge di stabilità. E permettetemi di rivendicare con orgoglio quanto siamo riusciti a fare in questi tre anni e mezzo segnati da una crisi internazionale senza precedenti nella storia». «Lo abbiamo fatto -spiega il Cavaliere- nonostante la fronda della componente finiana che si è manifestata praticamente subito dopo la vittoria elettorale del 2008 e che è poi sfociata in una vera e propria diaspora. È stato quel peccato originale a minare il percorso di una legislatura che avrebbe dovuto essere costituente e che si è invece incagliata nelle secche di una politica che non ci appartiene». «Siamo andati avanti comunque con determinazione -conclude- nella consapevolezza che la maggioranza voluta dagli italiani avesse il diritto e soprattutto il dovere di governare, ma alla fine in Parlamento ha prevalso la logica dei piccoli ricatti e del trasformismo che è il vizio più antico della politica italiana».

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Più che una lettera sembra la sceneggiatura di uno di quei film comico-pecorecci, dove si ride alle battute facili e scontate, alle parolacce, ai peti e ai continui riferimenti alla cacca, in tutte le sue declinazioni. Che l’uomo della mignottocrazia sia orgoglioso è una vera barzelletta; che l’uomo che ha fatto della campagna-acquisti di parlamentari un metodo e che si è retto per un anno grazie agli Scilipoti oggi se la prenda con il trasformismo fa ridere come le torte in faccia di ridolini.

Al posto suo ci saremmo vergognati già da tempo. Altro che orgoglio. Il premier continua a prendere per i fondelli gli italiani anche dopo le dimissioni.

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