Il cigno rosso di Cagliari

È arrivato il “cigno rosso”! È dolce la vittoria a Cagliari dove la sopresa Massimo Zedda ha sconfitto anche il senso comune.

Massimo Zedda
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30 Maggio 2011 - 19.01


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di Marco Pitzalis

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Ecco è accaduto quello che nessuno si aspettava tre mesi fa. Anche i protagonisti della storia: i due massimi, Zedda e Fantola, non se l’attendevano. È accaduto l’impensabile. Zedda non si aspettava di diventare sindaco. Fantola non si attendeva di chiudere così la carriera politica. Questo rende più dolce la vittoria di Zedda e amara la sconfitta.

Il modo di pensiero dominante, come sottolinea Taleb Passim in “Il cigno nero. Come l’improbabile governa la nostra vita”, è quello induttivo. Le informazioni che abbiamo accumulato determinano il modo in cui noi pensiamo andranno le cose. In qualche modo siamo dunque conservatori e per noi diventa difficile pensare a rotture profonde nel corso delle cose. Eventi imprevisti che rendono totalmente inutili le informazioni che avevamo prima. Prima che gli Europei sbarcassero in Australia escludevano la possibilità che esistesse un cigno nero. Tutti i cigni dovevano essere bianchi.

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Mutatis mutandis, a Cagliari, i dirigenti dei partiti tradizionali (di destra e di sinistra) non si attendevano che, anche a Cagliari, un candidato di sinistra potesse raccogliere tanti consensi.

Tutti noi avevamo sottovaluto la possibilità di un cigno rosso nella nostra città. Personalmente, ho sempre pensato che occorresse presentare un candidato di alternativa. Ma non credevo che – date le condizioni del centrosinistra all’inizio dell’anno – fosse possibile. Vedevo il PD arroccato dentro una scelta interna e di conservazione e intorno partiti e movimento scarsamente strutturati con un’offerta politica improvvisata.

Le primarie hanno detto alla città (e a me!) che il “cigno rosso” era possibile.

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Esattamente il contrario di ciò che si era ripetuto per anni: tutti i cigni sono bianchi. In una città bianca, ci possono essere solo candidati moderati.

Le sconfitte accumulate a Cagliari dalla sinistra, invece di far cambiare direzione, avevano rafforzato l’idea che il candidato ideale dovessero essere un candidato “bianco”. Un moderato che drenasse voti di un elettorato considerato moderato. Negli ultimi venti anni, i candidati moderati del centrosinistra avevano determinato un progressivo abbandono dell’elettorato di sinistra, rifugiatosi nell’astensionismo.

Con Zedda abbiamo visto immediatamente un cambiamento: entusiasmo, giovani, e ritorno al voto.

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Il voto clientelare continua a premiare i candidati di centrodestra, ma il voto d’opinione ha punito Fantola e premiato Zedda. E poi al secondo turno, dove il voto clientelare sparisce, ecco che Fantola affonda. Sant’Elia e via Podgora non hanno ripetuto.

È dunque una leziona politica per i partiti: i cigni non sono tutti bianchi e l’elettorato ha orientamenti meno scontati di quanto si creda.

Questa è l’ora della festa: questa è la prima volta che la sinistra governa la nostra città.

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Questa è la prima volta che un Cigno rosso vola sul nostro cielo.

Chi vince ride… Grazie Massimo, I love you!

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