Una proposta di legge per rendere definitivo il voto ai fuorisede

Per le opposizioni il governo temporeggia per “saltare” il referendum. Già nel 2024 fu polemica, visto che venne consentito il voto ai soli studenti, escludendo i lavoratori.

Una proposta di legge per rendere definitivo il voto ai fuorisede
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6 Marzo 2025 - 16.23 Culture


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Torna al centro del dibattito politico quello che è stato uno dei temi più discussi degli ultimi anni: il voto ai fuorisede. L’opposizione nel suo completo ha presentato una proposta di legge che consentirebbe a studenti e lavoratori di poter esercitare il voto senza dover rientrare nel comune di residenza, proponendo quindi di ripetere quanto fatto alle europee 2024, quando venne consentito di votare agli studenti fuorisede, ottenendo 17mila schede in più, ma escludendo i lavoratori, causando quindi molte polemiche da parte dell’opposizione che da tempo sostiene una legge che consenta a tutti i fuorisede di avere l’accesso al voto, come di fatto avviene in tutti gli altri paesi europei.

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La legge in questione, dopo aver ricevuto l’approvazione della Camera, si è arenata al Senato, con il governo che l’ha acquisita con la formula della legge delega rallentandone l’iter. Il sospetto è quindi quello che l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni voglia far slittare l’approvazione a dopo la primavera, per non applicarla ai referendum sul jobs act e sulla cittadinanza ai figli dei lavoratori stranieri, previsti per la primavera. Tutta l’opposizione invece marcia compatta e chiede l’approvazione in tempi brevi, o quantomeno la ricezione come emendamento al decreto elezioni, come fatto in occasione delle europee. 

Martedì 11 Marzo il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, e il leader di +Europa, Riccardo Magi, incontreranno il governo in rappresentanza dei comitati promotori dei referendum, tra le richieste ovviamente ci sarà quella di evitare gli astenuti involontari, fenomeno che riguarda circa 5 milioni di elettori fuorisede. Magi, nella conferenza stampa al Senato, non ha perso occasione per mostrare un cartello che sottolinea come l’Italia sia l’unica a non avere una legge del genere in UE.

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La risposta del governo passa per la bocca di Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno, il quale sostiene che in assenza di una legge non sarà possibile consentire il voto ai fuorisede e che la sperimentazione delle Europee 2024 non ha portato a grandi risultati.

L’opposizione attacca inferocita: “Il governo vuole negare anche alle persone che hanno potuto votare alle europee nel 2024 di poterlo fare in occasione del referendum”, dice a Wired il senatore del PD Marco Meloni. “Noi invece chiediamo di estendere questa proposta, perché oltre agli studenti ci sono anche moltissime persone che non si trovano nel loro luogo di residenza per altri motivi ed è importante che anche loro possano esercitare il loro diritto di voto. Chiediamo soprattutto che le misure che abbiamo proposto come Partito Democratico, possano essere discusse e approvate. Tecnicamente è possibile e questo permetterebbe di applicarle a tutte le elezioni, anche alle politiche. La democrazia vive di partecipazione e l’Italia è l’unico paese che non concede questo diritto malgrado un calo evidentissimo di partecipazione. Il governo di destra sta frenando più che può, e non si capisce perché, visto che la battaglia riguarda tutti”, conclude Meloni.

Sulla stessa linea di pensiero anche l’ex ministra della Semplificazione e della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia. La deputata ha depositato il ddl alla Camera dei Deputati. “Abbiamo convocato la conferenza stampa per far cadere il velo di ipocrisia che avvolge questo tema. Come fa Piantedosi a dire che i fuorisede non potranno votare ai referendum perché non c’è la copertura legislativa? Siamo noi i legislatori e se non c’è la copertura legislativa siamo noi a doverla fare. Assurdo che lo stesso governo che trovò il modo di far votare alle europee non lo trovi per i referendum”, dice la deputata. In Italia ormai è possibile utilizzare la propria identità digitale per centinaia di operazioni, ma non è possibile utilizzarla per votare. “È chiaro – continua Marianna Madia- che sul voto serve una cura in più perché è un diritto-dovere che va esercitato assicurando tutte le garanzie che ci devono essere, ma se in tutti i Paesi avanzati i fuorisede votano non si capisce perché in Italia non sia consentito”.

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