Buon viaggio alla nave della solidarietà.
“È partita da Lampedusa la seconda missione di monitoraggio nel Mediterraneo centrale di Tutti gli occhi sul Mediterraneo, un progetto nato dalla collaborazione di Arci nazionale e di Sailing for Blue LAB, e da oggi di Sheep Italia, Onlus fondata nel 2019 che opera nel campo dei diritti umani.
“Ci siamo, semplicemente, perché crediamo che chi ha bisogno debba essere salvato. E ci siamo perché ci piacciono i compagni e le compagne di viaggio, per mare e per terra, del progetto Tutti gli occhi sul Mediterraneo. Entriamo a far parte di questa iniziativa con senso di responsabilità, di urgenza e con la consapevolezza di poter fare insieme la differenza”, dichiara Sheep Italia.
L’equipaggio a bordo della barca a vela Garganey VI farà rotta a sud di Lampedusa per monitorare la frontiera marittima tra le più letali al mondo e offrire supporto a chi si trova in difficoltà. Come accaduto in occasione della prima missione, lo scorso novembre, quando la flotta civile ha effettuato un’operazione di assoluta urgenza per salvare 43 persone intercettate su una barca in avaria e condizioni meteomarine avverse.
A rafforzare ulteriormente il progetto, da questa missione sono a bordo una medica e un’infermiera del Laboratorio di Salute Popolare dei Municipi Sociali di Bologna, segnando l’inizio di una collaborazione stabile. Il Laboratorio di Salute Popolare si occuperà del reclutamento e della formazione del personale sanitario, garantendo un’assistenza sempre più qualificata a chi affronta il mare in condizioni disperate.
Nuove importanti collaborazioni che raccontano di un progetto che si trasforma in una piattaforma aperta e collettiva dove ognuna può fare la sua parte: comunità, organizzazioni, cittadine e cittadini. Ogni anno migliaia di persone attraversano il Mediterraneo in cerca di sicurezza e speranza, ma per molti quel viaggio finisce in tragedia. Serve una risposta ampia e coordinata, un monitoraggio diffuso e continuo per documentare, supportare e soccorrere chi si trova ad affrontare una delle rotte migratorie più pericolose al mondo.
La campagna Tutti gli occhi sul Mediterraneo è quindi una chiamata all’azione popolare, un appello per riaffermare la solidarietà e il rispetto dei diritti fondamentali in un momento storico in cui sembra soccombere la nostra civiltà giuridica e la nostra umanità.
La nostra missione è chiara: insieme alla flotta civile che opera nel Mediterraneo centrale da anni e grazie all’impegno di equipaggi qualificati, ci adoperiamo nella ricerca e nel supporto delle imbarcazioni di persone migranti in difficoltà, rilanciando mayday, fornendo il primo soccorso, stabilizzando situazioni critiche e segnalando immediatamente la necessità di intervento alle autorità competenti.
È possibile sostenere Tutti gli occhi sul Mediterraneo attraverso Produzioni dal Basso (https://sostieni.link/36877), la prima piattaforma di crowdfunding italiana. I fondi raccolti saranno destinati a mantenere operative le nostre imbarcazioni, a garantire beni di prima necessità per i soccorsi e a supportare il lavoro delle nostre volontarie e volontari.
Insieme possiamo far sì che il Mediterraneo non sia solo una frontiera, ma un luogo di cultura, di rispetto e di diritti”.
Giorgia Meloni insiste
Si parla di contrasto all’immigrazione irregolare nella Conferenza dei prefetti e dei questori, alla quale partecipano la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministro degli Interni Matteo Piantendosi. «La legalità è una priorità assoluta di questo governo perché senza non si possono garantire i diritti più banali per i cittadini – assicura la premier –, lo è la lotta a ogni mafia, alla criminalità diffusa e il controllo dell’immigrazione irregolare di massa».
Con il ministro che snocciola dati: «Per il terzo anno di fila si è registrato un incremento tra il 15 ed il 20% di espulsioni. Non sono ancora abbastanza, dovremmo fare di più, ma rispetto al 2022, l’anno scorso ci sono stati 1.300 espulsi in più, 1.300 potenziali fattori di insicurezza per i nostri cittadini. Dovremmo fare di più». E poi: «Ci avviciniamo alla metà del nostro mandato. Abbiamo fatto tante cose e tante restano ancora da fare per raccogliere i frutti dei tanti semi messi sul terreno. Gli sbarchi sono in calo del 60%, non a caso, ma per merito di una miriade di accordi internazionali. Abbiamo favorito e incrementato i corridoi umanitari e gli ingressi per lavoro regolare. Puntiamo ad un sistema di accoglienza stabile che non metta a repentaglio la sicurezza degli italiani».
Meloni non arretra sul piano, tanto contestato, dell’identificazione in terra albanese dei migranti: «Il governo è determinato a portare avanti il protocollo Italia-Albania; siamo determinati a trovare una soluzione ad ogni ostacolo che appare; crediamo nel dovere della politica di assumersi le sue responsabilità e di dare una risposta alle richieste dei cittadini». Poi prosegue: «Sarà importante fare chiarezza» sulle norme sui Paesi sicuri, sottolinea, «e che la Corte di giustizia europea scongiuri il rischio di compromettere le politiche di rimpatrio non solo dell’Italia ma di tutti gli stati membri dell’Unione europea». Secondo Meloni «appare fragile» l’argomentazione «della supremazia della normativa europea rispetto a quella italiana in base alla quale si disapplicherebbe la normativa italiana sui paesi sicuri», visto che la Germania «rimpatria in Afghanistan senza che questo dai giudici tedeschi sia considerato in contrasto con la normativa europea».
«Voglio rivendicare il ruolo decisivo svolto dall’Italia a Bruxelles per cambiare l’approccio europeo in materia di immigrazione. Se oggi la priorità è difendere i confini esteri dell’Ue, se si parla di rafforzamento della politica dei rimpatri, se le nostre soluzioni innovative vengono accolte con interesse e attenzione penso che si debba a questo importante lavoro che abbiamo fatto. Soluzioni pragmatiche, spiegate, non ideologiche, che cercano di trovare una risposta al fenomeno per tutti, perché non possiamo scaricare un problema su un altro partner come spesso è stato fatto nei nostri confronti». Il discorso della premier prosegue così: «Diminuire le partenze, stroncare il business dei trafficanti è l’unico modo di ridurre il numero delle persone che perdono la vita nel tentativo di raggiungere l’Italia e l’Europae penso che questo debba essere il risultato che più di tutti ci inorgoglisce».
Così Meloni. Il securitarismo di governo. Rivendicato con orgoglio, come quegli accordi della vergogna che dalla Libia alla Tunisia fino all’Albania, sono serviti a sostenere criminali acclarati, presidenti razzisti, o a millantare come successi clamorosi fallimenti.
Abbiamo voluto tenere insieme l’iniziativa di Arci, Sailing for Blue Lab e, Sheep Italia e le esternazioni della presidente del Consiglio e del ministro dell’Interno. Per dire che esistono occhi diversi sul Mediterraneo. Come esistono “due Italie” sui migranti: quella che fa salpare una nave salvavita, e quella che riporta a Tripoli, con un volo di Stato, un assassino, torturatore, stupratore.
Argomenti: Migranti