Tragedia del Natisone, la procura accusa: "Morti per imperizia, negligenza e imprudenza"

La Procura della Repubblica di Udine ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini alle quattro persone coinvolte nell'inchiesta sulla tragica scomparsa di Patrizia Cormos, Bianca Doros e Cristian Molnar

Tragedia del Natisone, la procura accusa: "Morti per imperizia, negligenza e imprudenza"
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31 Gennaio 2025 - 17.04


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La Procura della Repubblica di Udine ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini alle quattro persone coinvolte nell’inchiesta sulla tragica scomparsa di Patrizia Cormos, Bianca Doros e Cristian Molnar, travolti dalla piena del Natisone il 31 maggio scorso. Tra gli indagati figurano un infermiere della Sala operativa regionale emergenza sanitaria Fvg e tre vigili del fuoco, accusati di omicidio colposo.

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Secondo l’accusa, “i quattro operatori, mediante condotte colpose concorrenti, per imperizia, negligenza e imprudenza, hanno cagionato la morte dei tre ragazzi, sorpresi da una piena improvvisa, mentre si trovavano sul greto del fiume Natisone, che li ha trascinati e uccisi per annegamento”.

Le indagini, condotte dai carabinieri del nucleo investigativo di Udine e dalla sezione aerea della guardia di finanza di Bolzano, hanno analizzato le comunicazioni intercorse tra la Sores Fvg e i vigili del fuoco della sala operativa di Udine, al fine di verificare l’aderenza ai protocolli di intervento.

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Un’agonia durata 41 minuti

Dall’avviso di conclusione delle indagini emerge che i tre giovani sono rimasti in balia della corrente per 41 minuti, un tempo che avrebbe potuto consentire il loro salvataggio tramite l’intervento tempestivo dell’elicottero sanitario dotato di verricello. La prima richiesta di soccorso è stata effettuata alle 13:29 da una delle vittime, mentre il decesso per annegamento è stato accertato intorno alle 14:10.

Un aspetto centrale dell’inchiesta riguarda la responsabilità attribuita ai tre vigili del fuoco della sala operativa, accusati di aver “omesso di visualizzare immediatamente le coordinate geografiche del luogo da cui Patrizia Cormos aveva effettuato la telefonata delle 13.29.42, che era il greto di un fiume; di conseguenza, non hanno compreso che, in relazione al punto in cui si trovavano le persone poi decedute, l’intervento di soccorso avrebbe dovuto essere necessariamente effettuato con il velivolo più prossimo al punto in cui si trovavano le persone da soccorrere; omettevano così di chiedere tempestivamente alla Sores Fvg l’intervento in loco dell’elicottero ‘Doppio India’, decollato solamente alle 14.07 circa e giunto in loco alle 14.13 circa, allorché i ragazzi erano stati trascinati dalla corrente da circa 3 minuti”.

Invece di richiedere l’elicottero più vicino, i soccorritori avrebbero allertato il “Drago” dei vigili del fuoco, stanziato all’aeroporto Marco Polo di Venezia, con un conseguente ritardo nelle operazioni di salvataggio.

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