Forse per dare senso e profondità al titolo di Capitale della Cultura per questo 2025, gli amministratori di Agrigento, inconsapevolmente, hanno reso omaggio a Marcel Proust, a La Recherche.
Questa mattina, uomini in tuta arancio, brandendo un metal detector, come rabdomanti, sono alla ricerca dei tombini asfaltati. Asfaltati nelle ore che hanno preceduto l’arrivo in città del Presidente Mattarella, che ha inaugurato l’anno in quel teatro nel quale poche ore prima la pioggia filtrata dal tetto aveva “battezzato” un concerto.
L’asfalto solo nelle strade che Mattarella avrebbe dovuto percorrere era stato steso nelle ultime 48 ore, con un finanziamento corposo – mezzo milione di euro – arrivato in extremis dalla Regione. Soldi che, a quel punto, sono stati spesi col sistema della “somma urgenza”, che non è proprio il più trasparente. Si doveva fare in fretta, e si è fatto male.
Il Capo dello Stato era ancora sull’elicottero che lo portava a Palermo e le strade asfaltate in suo onore erano già tutte crepate, anche perché asfaltate sotto una copiosa pioggia. Persino un pensionato di quelli che seguono i cantieri sa che non si asfalta così, senza “grattare” il vecchio manto stradale e con la pioggia.
Fa niente, si doveva fare in fretta per mettere una pezza ai ritardi e al malgoverno, all’approssimazione e agli sprechi. E si sono buttati nella spazzatura 500mila euro, come se la città non avesse urgenze: acqua, pulizia, verde da tutelare, la costa che si sta sfaldando sotto i piedi.
Avendo tappato i tombini, ora bisogna cercarli e riportarli alla luce. E così, stamattina nella Capitale della Cultura 2025 è scattata l’operazione Recherche.
Da Pirandello, Sciascia e Camilleri, a Proust. Ad Agrigento, dopo il tanto denunciato, accade anche questo.