Da 39 vecchie bobine di intercettazioni, forse un po' di luce sulla fine di Falcone e Borsellino
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Da 39 vecchie bobine di intercettazioni, forse un po' di luce sulla fine di Falcone e Borsellino

Le rivelazioni dal maresciallo della Guardia di Finanza Franco Angeloni, a proposito delle bobine di intercettazioni che i magistrati della procura di Caltanissetta e i finanzieri del Gico nisseno hanno cercato per mesi.

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9 Dicembre 2024 - 11.16


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“All’epoca fummo fermati, in quelle intercettazioni non c’erano solo riferimenti a mafiosi arrivati dalla Sicilia, ma anche a politici e aziende nazionali.”

Parole dette a Repubblica dal maresciallo della Guardia di Finanza Franco Angeloni, a proposito delle bobine di intercettazioni che i magistrati della procura di Caltanissetta e i finanzieri del Gico nisseno hanno cercato per mesi. Intercettazioni fatte dalla procura di Massa Carrara nel 1991.

Trentaquattro anni fa, il sostituto procuratore Augusto Lama e un gruppo di investigatori della Guardia di Finanza avevano scoperto infiltrazioni di mafia nelle cave gestite dal gruppo Ferruzzi. L’inchiesta fu presto smembrata. Prima a Lucca, poi a Firenze, poi a Roma. Dalla Capitale, nel 1998, le intercettazioni finirono ai magistrati di Palermo che indagavano sull’imprenditore mafioso Antonino Buscemi.

Un intreccio di interessi che Paolo Borsellino voleva approfondire dopo la strage di Capaci con la morte di Giovanni Falcone, ma non fece in tempo. Chi ne temeva il lavoro, fece in fretta ad eliminare anche lui, con una seconda strage, quella di via d’Amelio.

I carabinieri del Ris sono stati incaricati di trasferire il contenuto delle intercettazioni su file. Poi, i finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Caltanissetta trascriveranno le conversazioni telefoniche. Le bobine recuperate sono 39.

Martedì scorso, a Roma, i carabinieri del Ris incaricati dalla procura diretta da Salvatore De Luca, hanno aperto i plichi alla presenza di alcuni avvocati. Tra questi, il legale dell’ex magistrato Gioacchino Natoli, attualmente indagato a Caltanissetta per favoreggiamento aggravato.

Nel 1991, parte dell’inchiesta di Massa Carrara finì a Palermo, ma il fascicolo venne chiuso nel giro di tre mesi dopo nuove intercettazioni considerate poco accurate. A Roma, c’erano anche gli avvocati dei familiari delle vittime di Capaci e via D’Amelio, pure loro convocati, segno che dalle intercettazioni di Massa potrebbero venir fuori elementi importanti per fare luce sui misteri della tragica estate del 1992.

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