Il caso Cecchettin e il pericolo della banalità del male: riflessioni sulla cultura del sentimento
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Il caso Cecchettin e il pericolo della banalità del male: riflessioni sulla cultura del sentimento

Dopo le polemiche sui tweet riguardanti il caso Cecchettin, riflessione sull'importanza di sensibilizzare contro la violenza e distinguere tra amore e possesso.

Il caso Cecchettin e il pericolo della banalità del male: riflessioni sulla cultura del sentimento
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5 Dicembre 2024 - 23.57


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di Beatrice Sarzi Amade

Inizio questo breve articolo chiedendo scusa a Giulia e alla famiglia Cecchettin.

Non è certo per ritornare ancora bianco su nero a raccontare una tragedia che coinvolge tutti noi, non faccio differenza di genere, non m’interessa, voglio includere qull’umano sentire che dovrebbe distinguerci come persone e quindi a parlare con la dovuta delicatezza che per alcuni si traduce “in cattiva educazione”.

Ieri è apparso questo tweet:

“Dirò una cosa molto impopolare ma pazienza. 

Questo che scrive qui non è un pazzo assassino, (riferito ai dialoghi esposti di Filippo Turetta verso la sua vittima ), ma un ragazzo innamorato quindi cretino come lo siamo tutti la prima volta. 

Resto fermamente contraria alla pubblicazione di scritti privati. 

Sia di lui che di lei.

Aberrante”. 

Tutto ciò è reperibile sul social user @GraceSomehow

Oggi rileggo la seconda beffa della tale citata sopra:

“Mi spiace essere stata fraintesa. Ovviamente reputo Turetta un assassino, ha ucciso in modo efferatissimo. 

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A livello personale, non amo che la cronaca nera scavi sulla privacy. 

Sia delle vittime che degli assassini.”

Stoccata di piedi.

Io credo fortemente che bastavano delle scuse, questo è un girare attorno confermando il pensiero prodotto 24 ore prima.

Proprio dal 25 novembre è iniziata una staffetta contro la violenza sulle Donne. Ogni anno questo progetto aiuta le donne, ma anche gli uomini a sensibilizzare su un tema così vasto.

16 giorni in cui ci si impegna nella divulgazione, 16 giorni barra infinito, nel senso che è chiaro che si prosegua per 365 gg.

Ne abbiamo tutti una forte necessità di far sapere alle donne che non sono sole.

Ecco perché il contrasto è netto e chiaro su chi pensa che i dialoghi di un femminicida debbano essere occultati.

Direi che non funziona così, perchè sono proprio quei dialoghi a non farci perdere Giulia Cecchettin, e per alcune può essere un imput per comprendere che chi hanno accanto potrebbe essere pericoloso.

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Un TAM TAM notevole e considerevole, perché la “banalità del male” è estremamente pericolosa quanto la concezione del libero arbitrio.

Come ci sono persone (maschili) che NON CAPISCONO la differenza tra amore e possesso. Ci sono potenziali vittime che vedono nella violenza psico-fisica, una forma di protezione. (vittima-carnefice)

Se provate a chiedere a molte donne islamiche, esempio, ti direbbero alcune che la loro situazione è giusta e segue la regola corretta.

Cambiare la cultura delle persone, è sempre molto difficile e richiede molto tempo.

Cosa manca in  questo tweet?

MANCANO I SENTIMENTI  

Ormai in questa società il bene ed il male coincidono, e quando due cose non si distinguono più si annullano.

Ci stiamo privando del giusto e dello sbagliato, tutto va bene/tutto va male, ma soprattutto molti stanno perdendo l’educazione al sentimento che è fondamentale.

NON PERDIAMOCI DI VISTA 

(piuttosto che a punta di fioretto, suggerisco “in punta di piedi”)

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