Pietro Grasso, ex presidente del Senato ed ex magistrato antimafia, era a Palermo per celebrare il 32esimo anniversario della strage di Capaci, in cui persero la vita Giovanni Falcone, la moglie Francesco Morvillo e gli agenti della scorta.
«E’ una vita che cerco la verità, l’ho fatto in tutti i ruoli che ho ricoperto. Ancora oggi quella verità non c’è per intero. Tanti misteri sono rimasti e tante cose ancora sono da scoprire, i giovani e il Paese hanno bisogno di verità e di giustizia».
«Per me è una ferita che non si rimargina e non lo farà mai – ha aggiunto -. Il mio amico Giovanni Falcone mi manca moltissimo, viene ricordato come il grande magistrato, il simbolo della lotta alla mafia ma per me è soprattutto un amico che mi manca moltissimo per l’affetto che mi ha dato. La mia speranza? I ragazzi, che sono il nostro presente». Oggi per Grasso «la mafia è tornata all’antico».
«Si mimetizza, cerca un rapporto con le istituzioni e l’imprenditoria, fa affari. E’ ancora più difficile da combattere,anche per gli addetti ai lavori. Non dobbiamo far passare il messaggio che non ci sia più e attenuare le misure prese in passato e ideate dallo stesso Falcone. La lotta alla mafia non è una forma di lotta alla criminalità comune, la mafia è una criminalità particolare che cerca di controllare l’economia e le istituzioni. Anche certi reati, come la corruzione, sono connessi a questa lotta».