Il padre di Giulia Tramontano: "Chiederemo giustizia, Impagnatiello deve marcire in galera"
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Il padre di Giulia Tramontano: "Chiederemo giustizia, Impagnatiello deve marcire in galera"

"Giulia, chiederemo giustizia per voi senza mai arrenderci. Il vostro assassino deve marcire in galera", si legge su profilo Instagram di Franco Tramontano.

Il padre di Giulia Tramontano: "Chiederemo giustizia, Impagnatiello deve marcire in galera"
Alessandro Impagnatiello e Giulia Tramontano
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11 Aprile 2024 - 13.28


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Il padre di GIulia Tramontano, la 29enne uccisa dal compagno Alessandro Impagnatiello con 37 coltellate lo scorso 27 maggio, in un post su Instagram ha dedicato un pensiero all’assassino della figlia. “Giulia, chiederemo giustizia per voi senza mai arrenderci. Il vostro assassino deve marcire in galera”, si legge su profilo Instagram di Franco Tramontano, nel giorno della nuova udienza del processo a carico dell’ex barman reo confesso.

“Con il sorriso e la bontà d’animo hai illuminato la vita di chi ti era vicino. Il tuo ricordo vivrà sempre nei nostri cuori, la tua luce continuerà a brillare nel cielo e il vento ci porterà il tuo profumo”, recita il messaggio del padre di Giulia. “Lo grideremo ogni giorno, giustizia”, sono state, invece, le parole della mamma di Giulia, Loredana Femiano.

Alessandro Impagnatiello sarà interrogato in aula il prossimo 27 maggio, esattamente un anno dopo l’omicidio avvenuto nell’appartamento della coppia a Senago, in provincia di Milano.

La Corte di Assise ha poi fissato un’udienza per il 23 dello stesso mese, quando saranno sentiti gli ultimi testimoni dell’accusa, e il 10 giugno per quelli della difesa.

Leggi anche:  Condanna all’ergastolo per Alessandro Impagnatiello nella Giornata contro la violenza sulle donne

Nella seconda parte dell’udienza di oggi è stata ascoltata anche la testimonianza di una vicina di casa, che ai tempi abitava al piano di sopra della palazzina di via Novella a Senago. Rispondendo alle domande del pm Alessia Menegazzo e dell’aggiunto Letizia Mannella, la teste ha spiegato di aver visto della «cenere» fuori dall’appartamento della coppia il giorno dopo l’omicidio. Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, l’imputato ha infatti tentato per due volte di bruciare il corpo di Giulia, prima nella vasca da bagno e poi in garage.

È stato sentito oggi anche il commesso di una ferramenta di Senago, che ha raccontato di avere venduto un carrellino, probabilmente quello usato per trasportare il corpo della donna, a un ragazzo che indossava «una felpa e un cappello» e che si era presentato in cassa «con la testa bassa».

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