Nello stabilimento della Sabino Esplodenti di Casalbordino, in provincia di Chieti, sono morte tre persone dopo un’esplosione accidentale.
L’azienda, che smaltisce e recupera polvere da sparo da bonifiche, aveva vissuto un episodio simile già nel 2020. Non sono ancora note le cause dell’esplosione. Sul posto vigili del fuoco, uomini del 118 e carabinieri. Una delle vittime era originaria del paese dove sorge la fabbrica che lavora polvere da sparo. Al momento ci sarebbero anche diversi feriti.
Il precedente incidente risale al Natale 2020, anche in quell’occasione morirono tre operai. Paolo Pepe, 45 anni, di Pollutri, Nicola Colameo, 45, di Guilmi, e Carlo Spinelli, 54.
Sotto inchiesta, per quell’incidente, i vertici dell’azienda. Nel mese di novembre dello scorso anno sono state comunicate le conclusioni indagini e sono stati formalizzati i nomi di dieci indagati, coinvolti nell’indagine sull’esplosione all’interno della fabbrica.
La procura di Vasto contesta agli indagati la colpa generica, dovuta a negligenza, imprudenza e imperizia, e la colpa specifica causata dalla presunta violazione di norme infortunistiche. La Sabino esplodenti si occupa di smaltimento di materiali esplosivi dal 1972.