Sul caso di Giulio Regeni, la Procura di Roma ha chiesto l’intervento della Corte Costituzionale. La richiesta è stata indirizzata al Gup del tribunale, chiamato a decidere sulla possibilità di processare i quattro agenti dei servizi segreti egiziani indagati per il sequestro, la tortura e l’omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore Triestino ucciso in Egitto nel 2016.
Il procuratore Capo Francesco Lo Voi, al fine di portare sotto processo i quattro egiziani che restano irreperibili, ha chiesto di interrogare la Consulta. Il gup si è riservato di decidere. L’udienza è stata aggiornata al 31 maggio.
«Noi siamo sempre più convinti, dopo aver ascoltato oggi le parole del procuratore capo di Roma Francesco Lo Voi, che il processo per il sequestro, le torture e l’uccisione di Giulio Regeni vada fatto in Italia e debba iniziare prima possibile». Così l’avvocata Alessandra Ballerini, con i genitori di Giulio Regeni, Paola e Claudio, dopo l’udienza davanti al gup di Roma nell’ambito del procedimento a carico dei quattro 007 egiziani.
«Lo pensiamo non solo per Giulio, ma perché venga sancito il principio che i cittadini italiani non possono essere sequestrati, torturati e uccisi, non possono subire la violazione dei loro diritti fondamentali, nell’assoluta impunità, perché gli aggressori si sottraggono al processo abusando del nostro sistema di diritto e di garanzia – ha aggiunto la legale – Nessuno vuole negare il diritto di difesa a queste quattro persone, ma che vengano, si facciano processare e si difendano. Ringraziamo tutte le persone che nel mondo non solo ci sostengono emotivamente, ma stanno facendo indagini per noi, molto preziose. Stateci vicino».
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