Caso Omerovic, l’agente che era con il collega Andrea Pellegrini che stava infierendo sul 30enne disabile ha raccontato quanto avvenuto nella casa di Primavalle, “giustificandosi” sul perchè non fosse immediatamente intervenuto e non abbia sin da subito collaborato con gli inquirenti.
«Ho provato un senso di vergogna» per non essere intervenuto e fermare quanto stava accadendo. Nell’ordinanza il gip della Capitale scrive che il poliziotto, testimone oculare, «ha riferito di essersi limitato a confidare alcune cose (la porta sfondata a un collega e gli schiaffi a un altro) e di essersi in qualche modo determinato a sottoscrivere la relazione di servizio, il cui contenuto non era corrispondente a quanto avvenuto, perché Pellegrini è pur sempre un suo superiore, di cui in qualche modo subiva il `peso´ e gli atteggiamenti, e che soltanto quando la pressione delle notizie di stampa sulla vicenda si era fatta insostenibile aveva finalmente sentito l’esigenza di recarsi dal dirigente per `riferire le cose come erano andate perché in queste situazioni è inutile cercare di nasconderle´».
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