Caso Omerovic, una chat incastrerebbe i quattro agenti indagati per depistaggio. In uno scambio di messaggi tra due poliziotti viene ribadita la necessità di redigere una relazione di servizio per “pararsi il culo dall’onda di merda che quando arriva sommerge tutti”.
Il messaggio era stato inviato da un ispettore in servizio presso la Squadra Mobile a una collega ispettrice del commissariato Primavalle, e fa parte delle prove inserite nelle 61 pagine dell’ordinanza cautelare, che mercoledì ha portato all’arresto del poliziotto coinvolto nel caso Omerovic.
Nel documento del Gip si afferma che i due ispettori poco prima del messaggio inviato via WhatsApp avevano avuto un colloquio telefonico durante il quale l’agente ha raccomandato il collega “di svolgere in modo accurato le indagini poiché le cose non stanno come hanno scritto gli operanti sottolineando anche l’insussistenza di valide ragioni che potessero giustificare, nel caso di specie, un accesso all’interno di una privata abitazione nei termini descritti”.
Oltre all’arresto per tortura dell’agente Andrea Pellegrini, altri quattro poliziotti sono finiti nel registro degli indagati per le accuse di falso e depistaggio in relazione all’annotazione di servizio scritta dopo i fatti di via Gerolamo Aleandro nel quartiere Primavalle.
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