Nato, il rapper sardo e la canzone contro le basi militari: è stato condannato per oltraggio
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Nato, il rapper sardo e la canzone contro le basi militari: è stato condannato per oltraggio

"Non posso accettare la condanna perché io e gli altri 3 amici siamo stati ritenuti colpevoli di cose che non abbiamo fatto, ovvero di aver inveito contro le forze dell'ordine: la mia canzone è contro le basi militari".

Nato, il rapper sardo e la canzone contro le basi militari: è stato condannato per oltraggio
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13 Giugno 2022 - 15.00


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Il rapper nuorese Bakis Beks, si era esibito l’8 settembre del 2018 in un concerto all’Exme, con una canzone antimilitarista e alzando il dito medio, una performance ritenuta oltraggiosa per le forze dell’ordine presenti.

Per quei fatti il rapper nuorese Bakis Beks era stato raggiunto insieme ad altri 3 giovani del pubblico, da un decreto penale di condanna con una multa di 2mila e 500 euro a testa. Oggi davanti alla giudice monocratica del tribunale di Nuoro Daniela Russo, si è aperto il processo che vede i quattro imputati di oltraggio a pubblico ufficiale. 

L’udienza è stata aggiornata al 19 settembre per la deposizione del primo teste dell’accusa, rappresentata in aula dalla pm Francesca Picu. Nel mirino il testo della canzone “Messaggio”, con la quale Bakis Beks si era pronunciato platealmente contro la presenza delle basi militari in Sardegna. “Non c’è tempo per mediazioni, indennizzi, conciliazioni, questo è un messaggio ai coloni.

Basta, fuori dai c….!”, questo il passaggio incriminato, accompagnato alla fine dal dito medio alzato dal rapper. “Non posso accettare la condanna perché io e gli altri 3 amici – spiega il cantante prima dell’udienza – siamo stati ritenuti colpevoli di cose che non abbiamo fatto, ovvero di aver inveito contro le forze dell’ordine quando in realtà ho solo fatto la mia performance contro le basi militari”. “Ci batteremo – aggiune l’avvocata Giulia Lai – perché nella canzone del mio assistito sono state pronunciate parole di rivendicazione contro le politiche militari e non insulti contro le forze dell’ordine”.

Davanti al tribunale, gli antimilatisti dell’associazione Libertade hanno promosso un sit-in di solidarietà srotolando uno striscione con la scritta “L’arte non si reprime”. “Siamo un bersaglio facile solo perché ci opponiamo anche attraverso la musica e l’arte alle politiche militari in Sardegna – denuncia il presidente di Libertade Giampiero Cocco – Noi vogliamo continuare a lottare e stare al fianco di persone come Bakis e i suoi amici raggiunti da una condanna penale per aver espresso le proprie opinioni attraverso la musica”.

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