Alpini, le vergognose parole di Sylos Labini: "Se dici Bella ciao ti applaudono, se dici ciao bella ti denunciano"
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Alpini, le vergognose parole di Sylos Labini: "Se dici Bella ciao ti applaudono, se dici ciao bella ti denunciano"

In un articolo pubblicato sulla rivista CulturaIdentità, il direttore Sylos Labini ha voluto difendere il corpo degli Alpini, usando però una frase di pessimo gusto e che rivela il retroterra culturale.

Alpini, le vergognose parole di Sylos Labini: "Se dici Bella ciao ti applaudono, se dici ciao bella ti denunciano"
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12 Maggio 2022 - 14.00


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Il direttore di CulturaIdentità Edoardo Sylos Labini è entrato a gamba tesa sulla polemica legata alle presunte molestie avvenute a Rimini durante l’adunata degli Alpini. In un articolo pubblicato sul sito della stessa rivista.
Se dici bella ciao ti applaudono, se dici ciao bella ti denunciano – scrive Sylos Labini.
“E’ evidente che qualunque caso di molestia o violenza sessuale vada condannato: è auspicabile quindi che si ricostruiscano subito i fatti per leggerli in assoluta chiarezza, perché l’attacco mediatico, quasi premeditato, al Corpo degli Alpini è alquanto strano. La gloriosa storia culturale ed identitaria degli Alpini non può certo essere infangata dal comportamento di singoli né tantomeno da quelli che quando sentono uno dei tanti emozionanti canti patriottici delle Penne Nere, invece di emozionarsi come fa un vero italiano, quasi si indignano. Retaggio da `odiologia´ di quella sinistra che ancora non digerisce le parole: Patria, coraggio, orgoglio nazionale, che dovrebbero far parte del nostro DNA di italiani”.

“L’asticella dell’aggressione verbale dopo la quale scattano gli schiavettoni si sta abbassando sempre più, una volta se suonavi il clacson alla fanciulla di passaggio al massimo finiva con un “vaffa” da parte sua, oggi rischi di finire denunciato. Eppure una volta, neanche tanto tempo fa, questi contesti diventavano opere d’arte: An American Girl in Italy è una foto famosissima, l’avrete vista sicuramente più di una volta, l’ha fatta a Firenze nel 1951 Ruth Orkin ed è entrata nella storia della fotografia del ‘900. Lo scatto mostra una bella ragazza, Ninalee Craig, a passeggio a Firenze, mentre un gruppo di uomini la guarda ammirato, qualcuno avrà detto ciao bella o magari anche bella ciao´, chissà. Iconica. Oggi perfino questa foto verrebbe incriminata come sessista e sicuramente quegli uomini li manderebbero a processo con l’accusa di `catcalling´. Oggi forse c’è un preciso impegno, teso a modificare la visione del mondo e quindi la vita: anche questo (e forse soprattutto questo) è politica».

«Tutto ciò per dire che quanto sta accadendo al Corpo degli Alpini in questi giorni, quando in occasione dell’annuale raduno delle Penne Nere a Rimini (dopo 2 anni di vuoto causa virus cinese) sono volate le accuse di molestie sessuali, forse nasconde in maniera neanche troppo velata l’azionamento di una macchina del fango: metti gli Alpini vicino al ventilatore delle accuse, sicuramente qualche schizzo arriverà sul loro intero Corpo. Ad oggi più di 200 accuse di molestie sono pervenute a Non una di meno, un’associazione che, lo diciamo forte e chiaro, fa un lavoro egregio nella difesa dei diritti delle donne. Ma è impossibile anche solo pensare che il glorioso Corpo degli Alpini possa essere associato a eventi così ignominiosi: gli Alpini sono sempre in prima linea ad ogni disastro, terremoto, alluvione, pronti a prestare volontariamente soccorso in qualsiasi emergenza alle persone che soffrono», prosegue l’articolo di CulturaIdentità.

«Solidarietà è da sempre il filo che li unisce a noi. Rappresentano quel che resta di glorioso di questo Paese, portatori di orgoglio nazionale come le Frecce Tricolori, esempi di storico eroismo nella Prima Guerra Mondiale e salvatori della Patria nella Seconda Guerra Mondiale. Tutti noi ce li ricordiamo recentissimamente, almeno qui a Milano, a presidiare l’hub vaccinale, tutti noi ce li ricordiamo in occasione dei loro raduni o semplicemente in incontri casuali, magari a Bassano del Grappa, vedendoli come portatori di orgoglio e identità (chi non ha mai sentito nemmeno una volta i canti degli Alpini?). Quando passano per le vie, la loro presenza è sempre motivo di vanto e gioia per tutti, impossibile rimanere indifferenti. E allora com’è possibile che gli eccessi del metoo si abbattano pure su di loro? Le molestie, se ci sono state, sono ingiustificabili: del resto, su 450mila presenze (tanti erano a Rimini), è possibile che qualcuno con tasso alcolemico a mille abbia sbracato, abbia fatto un po’ di cinema, abbia biascicato una bestialità di troppo, abbia berciato un apprezzamento o peggio allungato o tentato di allungare le mani. Se c’è stato, va identificato e processato, ma di qui ad accusare un intero Corpo ne corre.

Perché allora non fare lo stesso con l’Eurovision, dove pare si siano verificati altri episodi di molestie? E poi: non è che magari le molestie durante il raduno degli Alpini a Rimini sono state perpetrate da qualche non alpino che per l’occasione si è comprato un cappello con la penna nera al mercatino? Se ci sono stati episodi di molestie, questi vanno subito condannati e i colpevoli individuati: non sono a disposizione, almeno per ora, dei video come per la tregenda di Capodanno a Milano, quindi bisogna indagare a fondo. Ci sono delle accuse di molestie pervenute a Non una di meno, c’è una denuncia alle Forze dell’Ordine: si faccia chiarezza. Se ci sono delle responsabilità individuali, le si accerti e si proceda secondo Legge. Ma, visti i tempi di ubbriacatura metoo, non è che qualcuno ora ne sta approfittando per gettar fango pure sugli Alpini?», conclude CulturaIdentità.

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