Barbara Pollastrini, deputata Pd, ha evidenziato il coraggio delle donne che hanno denunciato i fatti: “Ammirazione per le donne che hanno denunciato. E grazie a ‘Non una di meno’ che ha alzato il sipario sulle molestie e le offese durante il raduno degli alpini”.
“Passano i secoli, mutano le leggi, si allargano conoscenza e autorevolezza delle donne, eppure resta la logica di sopraffazione e di dominio sulle donne e sulle ragazze. Ha fatto bene il ministro Guerini a chiedere intransigenza e verità. Quanto è accaduto interroga principi di dignità e civiltà. Guai archiviare il tutto come ragazzate o casi isolati. La tragedia della guerra in Ucraina è li a ricordarci come nelle condizioni estreme lo stupro è arma di guerra, scalpo, segno di affiliazione al fanatismo. Ragazze e amiche mie ancora molto ci resta da fare e lottare per i diritti umani delle donne. La nostra libertà è premessa e condizione per ampliare la dignità di ogni persona. Ma ho fiducia perché orgoglio e intelligenza femminile e femminista sono straordinari”, aggiunge.
l’Associazione alpini risponde: “Servono i fatti per procedere”
Il presidente dell’Associazione Nazionale Alpini, Sebastiano Favero, commenta la situazione: “Prima di ripartire ho parlato con le forze dell’ordine e ho chiesto se ci fossero state denunce. La risposta è stata negativa. È chiaro che se ci sono denunce circoscritte e circostanziate prenderemo provvedimenti, ma al momento non ne risultano”. Così le notizie sulle centinaia di denunce raccolte da “Non una di meno” durante l’adunata nazionale che si è tenuta negli scorsi giorni a Rimini. “Vogliamo i fatti”, dice Favero ricordando che “la stessa cosa è successa a Trento nel 2018, senza che poi succedesse nulla”.
“Quello che mi dispiace – continua – è che tutto si concentra su questo quando c’è stata un’adunata nazionale con 450 mila persone a Rimini e una sfilata con 90 mila persone nel segno della fratellanza e della solidarietà. Trasformare tutto questo mi lascia un po’ con l’amaro in bocca”. “Condivido quello che ha detto il ministro Guerini – conclude -, ma non possiamo procedere sul sentito dire. Servono i fatti e le denunce che, al momento, non ci risultano”.