Un tweet su Juve-Bologna scatena insulti e minacce contro Patrick Zaki

Lo studente egiziano Patrick Zaki, tifoso del Bologna, aveva commentato la sfida dei felsinei contro la Juve. Sui social le minacce: "Alcuni sperano che io torni in prigione"

Un tweet su Juve-Bologna scatena insulti e minacce contro Patrick Zaki
Patrick Zaki
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18 Aprile 2022 - 15.30


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Juve-Bologna è terminata 1-1 con il gol di Vlahovic nei minuti di recupero. La cosa ha fatto arrabbiare i tifosi del Bologna, rimasto in 9 per una doppia espulsione. Fra i sostenitori dei felsinei Patrick Zaki che, subito dopo il fischio finale con la Juventus di sabato, ha scritto un tweet nel quale commentava la partita. Da allora, sulla sua bacheca, è un continuo di commenti, soprattutto di tifosi juventini, che contestano le sue parole, in alcuni casi anche con insulti e minacce, tirando in causa la sua vicenda giudiziaria in Egitto, dove rischia una condanna per reati d’opinione. “Se non posso dire la mia opinione sul calcio senza essere attaccato – dice – non sono sicuro di come dovrei recuperare la mia voce in questioni più importanti”.

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Il tweet della discordia è questo: “Due cartellini rossi, stanno ancora pagando. Forza Bologna“, ha scritto Zaki, riferendosi alla doppia espulsione, nella fase finale della partita, di due giocatori rossoblù, Soumaoro e Medel. Il Bologna vinceva uno a zero, alla fine i bianconeri hanno pareggiato in extremis.

Il messaggio di Zaki è stato bersagliato su Twitter. E la vicenda è stata denunciata da Amnesty International. Il portavoce Riccardo Noury parte da una delle frasi contro lo studente, “Stai parlando troppo”. “E’ uno dei commenti, tra insulti e altre minacce, pubblicati nelle ultime ore nei confronti di una persona che, per 22 mesi, ha perso la parola in una prigione egiziana e sta ancora sotto processo: Patrick Zaki. Tutto per un tweet da tifoso. State messi male”.

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Patrick Zaki stesso è tornato sulla vicenda con un lungo post accompagnato da una sua foto con la maglia del Bologna. “Mi sono trovato di fronte a decine di insulti e aggressioni – dice lo studente egiziano – fino all’odio. Non mi dispiace avere regolarmente discussioni accese con i tifosi di diverse squadre, amo il calcio e apprezzo questo tipo di divertimento. Tuttavia, quando ho scoperto che la gente sperava che io tornassi in prigione e fossi messo a tacere, mi ha davvero colpito come il discorso d’odio possa essere innescato così facilmente. Sinceramente non capisco come questa escalation sia stata così rapida e perché dopo due anni di silenzio, vengo attaccato dalle stesse persone che una volta mi sostenevano, solo perché ho detto la mia opinione sulla partita”.

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