In Italia cala il contagio ma attenzione ai profughi ucraini: il 63% non è vaccinato
Top

In Italia cala il contagio ma attenzione ai profughi ucraini: il 63% non è vaccinato

Secondo i dati del Gimbe, il 63,8% di cittadini ucraini non è vaccinato, il governo dovrebbe quindi prevedere la vaccinazione di anziani e fragili provenienti dalle zone di guerra.

In Italia cala il contagio ma attenzione ai profughi ucraini: il 63% non è vaccinato
Preroll

globalist Modifica articolo

3 Marzo 2022 - 15.51


ATF

L’epidemia di Covid continua ad allentare la propria morsa in Italia e, per la quinta settimana di seguito, i casi sono in netta diminuzione. Quasi 80mila casi in meno rispetto alla settimana precedente – 275mila contro i 349mila – con un ribasso di oltre il 2%.

In Ucraina, la percentuale di non vaccinati è del 63,8%. A evidenziarlo è la Fondazione Gimbe da cui arriva l’appello: “Il dato ucraino non deve essere sottovalutato, considerata la drammatica situazione, che porterà nelle prossime settimane migliaia di profughi nel nostro Paese”. “I piani del governo per accogliere queste persone – spiega il presidente Gimbe Nino Cartabellotta – dovranno includere la vaccinazione di anziani e fragili provenienti dalle zone di guerra, evitando diseguaglianze tra le Regioni”.

Tornando alla questione italiana, in tutte le Regioni si rileva una riduzione percentuale dei nuovi casi: dal -2,5% della Calabria al -34,1% della Sardegna. Nello stesso arco di tempo si registra, però, un ulteriore calo del 12,7% dei tamponi passati da 3,3 milioni a 2,9 milioni. In particolare, in una settimana, i tamponi rapidi si sono ridotti del 13,3% (-330.453) e quelli molecolari del 10,7% (-87.943). La media mobile a 7 giorni del tasso di positività dei tamponi molecolari passa dall’11,1% al 9%, mentre per gli antigenici rapidi dal 10,4% al 9,8%.

Si allenta ulteriormente la pressione della pandemia sugli ospedali. Dal 23 febbraio al 1 marzo i posti letto occupati da pazienti Covid con sintomi nei reparti di area medica sono diminuiti del 20% rispetto alla settimana precedente (passando da 13.076 a 10.456) e del 21% in terapia intensiva (passando da 896 a 708). È quanto mostra il monitoraggio della Fondazione Gimbe. In particolare, in area critica, i ricoveri scendono dal picco di 1.717 del 17 gennaio a 708 il primo marzo; in area medica dal picco di 19.913 del 31 gennaio a 10.456 il primo marzo, sottolinea Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari Gimbe.

Native

Articoli correlati