Dopo la seconda vittima gli studenti scendono nuovamente in piazza : "Non si può morire di scuola"
Top

Dopo la seconda vittima gli studenti scendono nuovamente in piazza : "Non si può morire di scuola"

Quaranta e oltre le città coinvolte nelle proteste contro l'alternanza scuola-lavoro. A Napoli i ragazzi si versano addosso vernice rossa: "E' il nostro sangue"

Dopo la seconda vittima gli studenti scendono nuovamente in piazza : "Non si può morire di scuola"
Preroll

globalist Modifica articolo

18 Febbraio 2022 - 11.22


ATF

“Non si può morire di scuola”: è il testo scritto su uno degli striscioni che a Milano aprono il corteo degli studenti in ricordo di Giuseppe e Lorenzo, morti durante l’alternanza scuola-lavoro.

I liceali milanesi si sono dati appuntamento in piazza Cairoli per poi partire in corteo “contro questo modello di scuola”. Prima di partire, i ragazzi hanno srotolato uno striscione sulla statua al centro della piazza chiedendo di abolire l’alternanza scuola-lavoro spiegando che “è solo sfruttamento”. Oltre 40 le città coinvolte nelle proteste.

Cortei e sit-in in oltre 40 città – Dopo la tragica morte di Giuseppe Lenoci, il 16enne vittima di un incidente stradale durante uno stage vicino Ancona, non solo a Milano, ma in oltre 40 città in tutta Italia, gli studenti delle superiori sono tornati in piazza per manifestare contro “lo sfruttamento in alternanza scuola-lavoro” e la “repressione” delle forze dell’ordine.

Si tratta della terza giornata di mobilitazione nazionale in poche settimane, dopo quella del 28 gennaio indetta per la morte di Lorenzo Parelli, lo studente di 18 anni schiacciato da una trave d’acciaio durante il percorso di alternanza scuola-lavoro in un’azienda in provincia di Udine, e del 4 febbraio contro le nuove modalità del prossimo esame di Maturità.

Gli studenti chiedono le dimissioni del ministro dell’Istruzione Bianchi e del ministro dell’Interno Lamorgese, quest’ultima ritenuta responsabile degli scontri a Torino nel corteo di fine gennaio.

La mappa – A Roma il corteo si snoda da Piazza Vittorio Emanuele a Piazza Madonna di Loreto, ma sono coinvolte molte altre città, da Nord a Sud: da Bologna a Firenze fino a Napoli e Reggio Calabria; da Torino a Venezia.

Leggi anche:  Dopo la sanità la scuola: la destra definanzia quella pubblica e finanzia quella privata

Tra i promotori della giornata di protesta, il Fronte della Gioventù Comunista e l’Unione degli Studenti, oltre a vari comitati e collettivi locali, come La Lupa e Opposizione studentesca alternativa a Roma, il Kollettivo Studenti Autorganizzati a Torino e il Coordinamento dei Collettivi Studenteschi a Milano.

In contemporanea, a Roma partono gli Stati generali della Scuola pubblica: una tre giorni organizzata dall’UdS “con il fine di scrivere una riforma della scuola pubblica a partire da chi la vive tutti i giorni”.

A Napoli studenti si versano addosso vernice rossa davanti sede Pd – Tre studenti si sono versati addosso vernice rossa davanti alla sede regionale del Pd della Campania in via Santa Brigida, a Napoli. La protesta durante il flash mob promosso da Studenti autorganizzati campani e Potere al Popolo ex opg. Esposto uno striscione con le scritte “C’at accise” (Ci avete ucciso, ndr) e “Le vostre mani sono sporche del nostro sangue”. Gli studenti hanno gridato al megafono le ragioni dell’iniziativa facendo riferimento ai due ragazzi morti durante gli stage per l’alternanza scuola lavoro. “Siamo qui perché il Pd, autore della legge sulla Buona scuola ha le mani sporche del sangue dei due ragazzi, Lorenzo e Giuseppe”, dicono i portavoce dell’iniziativa.

Da Bari: “Con Lorenzo e Giuseppe nel cuore” – Anche a Bari gli studenti delle scuole superiori sono scesi in strada contro la scuola-lavoro, dopo la tragica morte di Giuseppe Lenoci e Lorenzo Parelli. In circa 200 hanno sfilato per le strade del centro cittadino partendo da piazza Umberto, di fronte al palazzo Ateneo, e diretti in piazza Prefettura. Con megafoni e striscioni chiedono una scuola “più giusta e più sicura”. “Alternanza, Maturità, repressione. La scuola ha bisogno di una rivoluzione. Bianchi dimissioni. Con Lorenzo e Giuseppe nel cuore”, la scritta sullo striscione che apre il corteo. Gli studenti sollevano cartelli con le scritte: “La vostra scuola uccide”, “Di scuola-lavoro non si può morire”, “La scuola uccide gli studenti”.

Leggi anche:  Docente aggredita da una trentina di genitori nella scuola: trauma cranico per i colpi

In tremila in piazza a Torino – Almeno tremila gli studenti in piazza a Torino, per il corteo nell’ambito della mobilitazione nazionale organizzata dal Fronte della Gioventù Comunista. Vi aderiscono le oltre quaranta scuole occupate in queste settimane di protesta contro l’alternanza scuola-lavoro e l’esame di Maturità, ma sono presenti anche i sindacati e gli universitari. Ad aprire il corteo lo striscione “Contro alternanza maturità e repressione no alla scuola del padron”. “Se non cambierà lotta dura sarà”, è lo slogan scandito dai giovani. “La nostra è una rivoluzione scolastica”, spiega Cristina, una portavoce della mobilitazione. “Noi vogliamo e pretendiamo che le istituzioni non possano accanirsi contro gli studenti con la repressione – aggiunge Sara, un’altra dei portavoce – andiamo avanti e non faremo un passo indietro fino a quando non ci dimostreranno che gli impegni presi saranno rispettati”.

La protesta a Palermo – Protesta degli studenti anche delle scuole di Palermo che sono tornati in piazza “contro l’alternanza scuola-lavoro”. Hanno sfilato in corteo i ragazzi degli istituti Liceo scientifico Einstein, il Benedetto Croce, l’Umberto I, il Basile di Brancaccio, il Medi, il Vittorio Emanuele III. “A gennaio la tragica morte di Lorenzo durante le ore di stage professionale in fabbrica a Udine; qualche giorno fa è morto Giuseppe, un sedicenne, anche lui durante uno stage, in un incidente stradale in provincia di Ancona. I posti di lavoro non sono sicuri; l’alternanza scuola-lavoro e i percorsi duali di formazione conducono gli studenti troppo presto in un mondo del lavoro fatto di sfruttamento, precarietà e insicurezza”, afferma una nota. “Di questa scuola che uccide e non ci ascolta non ne possiamo più. Oggi in tutta Italia gli studenti si riprendono le strade per chiedere l’abolizione dell’alternanza-scuola lavoro. La formazione si fa nelle aule, studiando, spingendo i giovani a sviluppare un approccio critico rispetto alle ingiustizie sociali, allo sfruttamento lavorativo, contro la guerra. Non si fa nei posti di lavoro, in cui diventiamo manodopera gratuita che sostituisce i lavoratori”, dice Nicoletta Sanfratello del liceo Umberto I. 

Leggi anche:  Le ragazze hanno maggiori competenze digitali rispetto ai ragazzi  

A Cosenza gli studenti gridano: “No abusi” – In tanti alla manifestazione organizzata a Cosenza, dal polo scolastico Valentini-Majorana, occupato dagli studenti che hanno sollevato l’attenzione sulle presunte molestie a sfondo sessuale da parte di un docente dello stesso istituto, ma anche su comportamenti vessatori da parte di altri professori. “No agli abusi sugli studenti”, è il coro intonato sin dalla partenza del corteo. Sono circa millecinquecento i manifestanti che hanno dato vita a un serpentone colorato nel centro della città. Alla manifestazione stanno partecipando anche la deputata del Pd Enza Bruno Bossio, il sindaco di Cosenza Franz Caruso e rappresentati sindacali della Cgil e dell’Usb. 

Native

Articoli correlati