Le Regioni vogliono semplificare le regole sul Covid e tornare a una semi- normalità
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Le Regioni vogliono semplificare le regole sul Covid e tornare a una semi- normalità

Il presidente del Friuli Venezia Giulia e della conferenza delle Regioni: "Puntiamo sull'autosorveglianza per tornare alla normalità"

Le Regioni vogliono semplificare le regole sul Covid e tornare a una semi- normalità
Massimiliano Fedriga
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27 Gennaio 2022 - 10.25


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Le Regioni chiedono una revisione delle regole sull’isolamento. Il numero elevato di nuovi positivi che ogni giorno si aggiungono agli oltre 2 milioni e mezzo di positivi rende urgente la stesura di nuove linee guida sul tracciamente.

“Basta con la burocrazia anti-covid. Bisogna puntare all’autosorveglianza. In questo modo avremmo meno pressione sugli ospedali e potremmo avviarci verso la normalità”. Sono le parole del presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga in un’intervista a La Stampa. Il presidente della conferenza delle Regioni ritiene che sia giunto il momento di “una vera svolta nell’era pandemica”. Il che non significa, sottolinea “allentare le misure di sicurezza, ma “ottimizzare le risorse”.

Si legge su La Stampa: “Vorrei chiarire che la Conferenza non ha chiesto di allentare le misure di sicurezza ma di ottimizzare le risorse che abbiamo per essere il più efficaci possibili cercando ovviamente di tenere insieme le esigenze dei cittadini che anelano a un percorso di normalizzazione. E questo non significa sottovalutare o non voler più affrontare la pandemia ma vuol dire non gravare con la burocrazia e tutelare maggiormente la salute”.

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Fedriga inizia il suo ragionamento parlando della suddivisione ancora in vigore delle zone colorate. A suo parere “inutile”. “Prendiamo le zone colorate: oggi abbiamo dei decreti che di fatto superano già le restrizioni e le suddivisioni dei colori. Il vaccinato che si trova in zona arancione può fare esattamente le stesse cose che faceva quando era in zona bianca” afferma. Tra gli altri punti che secondo Fedriga esigono una modifica c’è poi il sistema di sorveglianza nelle scuole.

“Intanto non solo nelle scuole, noi diciamo: andiamo ad isolare i sintomatici positivi e tracciamo solo loro. Dopodiché se uno è contagiato ma asintomatico deve comunque stare in autosorveglianza, esattamente come accadeva prima per altri virus.

Noi in sostanza diciamo soltanto che è inutile tracciare chi non è sintomatico semplicemente perché è impossibile, soprattutto con i numeri della variante Omicron e non solo da noi ma in tutto il mondo, col risultato che si impegna personale sanitario in questo momento preziosissimo per fare qualcosa che non da risultati”.

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In questo modo, secondo Fedriga, si potrebbero liberare diverse risorse sanitarie, che si potrebbero “utilizzare per la medicina sul territorio e negli ospedali”. Sorveglianza dunque solo per i sintomatici. Per gli asintomatici invece Fedriga propone l’autosorveglianza. Si legge sul giornale:

“[…] In Gran Bretagna distribuiscono i kit dei tamponi alle persone per i fai da te. Basta pensare a cosa sta facendo l’Emilia Romagna che ha previsto l’autotest per chi ha tre dosi: è esattamente il concetto dell’autosorveglianza. Non possiamo pensare di continuare a fare milioni di tamponi al giorno”.

Anche negli ospedali le Regioni vorrebbero nuove regole. “Si conteggia solo chi entra perché è davvero ricoverato per il Covid e non chiunque si riveli contagiato. Cioè se uno entra in ospedale perché si è rotto una gamba e si scopre che è asintomatico, non possiamo conteggiarlo tra i malati di Covid ma solo tra i pazienti ortopedici” spiega Fedriga.

Alla fine dell’intervista Fedriga parla anche dell’elezione del Presidente della Repubblica, per cui finora ci sono state tre votazioni senza esito. Il governatore però non si sbilancia:

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“Chiunque esso sia, mi auguro che abbia la forza di accompagnare il Paese sia nel superare la pandemia che la crisi economica che si verrà a creare con il deficit energetico e il conseguente aumento dei prezzi. Aumento che metterà a rischio la crescita che abbiamo visto lo scorso anno. Un problema che non riguarda solo noi ma l’intera Europa”.

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