Vaia: "Fosse per me estenderei l'obbligo vaccinale. Dobbiamo proteggere i nostri ospedali"
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Vaia: "Fosse per me estenderei l'obbligo vaccinale. Dobbiamo proteggere i nostri ospedali"

Ha poi tracciato un identikit dei nuovi ricoverati: "Abbiamo due profili di pazienti: i non vaccinati, per lo più 50enni e senza patologie e i 70enni vaccinati con varie patologie. Ma nelle intensive ci finisco i giovani non vaccinati"

Vaia: "Fosse per me estenderei l'obbligo vaccinale. Dobbiamo proteggere i nostri ospedali"
Francesco Vaia, direttore dello Spallanzani di Roma
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11 Dicembre 2021 - 09.28


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La quarta ondata che sta investendo l’Italia in questo momento è stata definita l’ondata dei non vaccinati, e c’è chi come Francesco Vaia, direttore dello Spallanzani di Roma, l’istituto nazionale per le malattie infettive, non è assolutamente d’accordo con la proposta di far rientrare i medici non vaccinati che sono stati sospesi con obbligo di tampone a fronte degli ospedali che stanno tornando sotto pressione:

“Ma scherziamo. Io sono per estendere l’obbligo a molte altre categorie di lavoratori. Figuriamoci se posso pensare a sanitari non vaccinati. È impensabile, sarebbero una bomba in corsia e dobbiamo proteggere i nostri ospedali”.

Francesco Vaia lo ha affermato in una intervista a La Repubblica dove ha tracciato anche un identikit dei nuovi ricoverati della quarta ondata.

“Abbiamo due profili di pazienti: innanzitutto i non vaccinati, per lo più 50enni e senza patologie, quelli appunto della fascia d’età che più delle altre continua a dire no al vaccino e che costituiscono il serbatoio del contagio – ha spiegato – E poi abbiamo anche vaccinati, in larga parte con la seconda dose fatta da più di quattro mesi, ma con un’età media molto più alta, superiore a 70 anni e di solito con varie patologie. Ma in terapia intensiva (al momento abbiamo 28 ricoverati, un terzo della nostra capacità) vanno soprattutto i giovani non vaccinati e per loro il rischio di evoluzione sfavorevole della malattia è doppio rispetto ai vaccinati. Quando arrivano e stanno male spesso piangono e si disperano dell’errore fatto a non vaccinarsi. E tuttavia penso che in questa fase dobbiamo stare attenti a non fare un errore strategico”.

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“Fermo restando, ovviamente, che il vaccino è un’arma formidabile che ci ha consentito di tenere a bada la pandemia, sa cosa fa crescere l’antivaxismo? L’idealizzazione della vaccinazione, la troppa enfatizzazione – ha specificato Vaia – Non dobbiamo trasformare il vaccino in un totem, in una pozione magica. Intanto perché contribuisce ad abbassare la soglia di attenzione di chi è immunizzato e questo ancora non possiamo permettercelo e poi perché qualsiasi dato letto in modo sbagliato dà legna da ardere ai No Vax. Dobbiamo guardare avanti, fare le terze dosi senza indugiare e cercare il consenso giorno per giorno di chi ancora si rifiuta anche se ormai non basta più neanche questo”.

Vaia ha detto poi che “per uscire presto da questa emergenza dobbiamo fare uno sforzo e rendere obbligatorio il vaccino per tutti coloro che hanno rapporti con il pubblico, dai dipendenti della pubblica amministrazione a quelli della grande distribuzione, dal commercio ai giornalisti”.

Paura della variante Omicron? “No, al momento anche le persone positive in cui abbiamo sequenziato questa variante stanno bene e non destano allarme ma dobbiamo arrivare ai vaccini aggiornati, e dovremo farli a ogni autunno come quelli influenzali, e anche alle terapie aggiornate. La politica deve fare pressione sulle case farmaceutiche e le aziende devono fare presto. Solo così ne usciremo”, ha concluso.

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