I pediatri del Bambin Gesù sul Covid: "I reparti si riempiono e i casi gravi fra i bambini ci sono"
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I pediatri del Bambin Gesù sul Covid: "I reparti si riempiono e i casi gravi fra i bambini ci sono"

Elena Bozzola, segretario nazionale della Società italiana di pediatria (Sip) e dirigente medico dell'ospedale Bambino Gesù di Roma

L'ospedale pediatrico del Bambin Gesù
L'ospedale pediatrico del Bambin Gesù
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6 Novembre 2021 - 18.48


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Una situazione da non sottovalutare: “Premesso che la situazione cambia di giorno in giorno, in questo momento al Bambino Gesù i reparti solo Covid di entrambe le sedi (Gianicolo e Palidoro) sono occupati, ma ancora recettivi. Purtroppo i casi gravi fra i bambini ci sono. Riguardano in particolare quelli con patologie secondarie, ma ci è capitato di vedere anche bimbi descritti come perfettamente sani finire in ospedale”.

A tracciare il quadro è Elena Bozzola, segretario nazionale della Società italiana di pediatria (Sip) e dirigente medico dell’ospedale Bambino Gesù di Roma.

“Ci sono stati tanti casi di bimbi con Covid che poi accedono in terapia intensiva perché si tratta di una patologia che può alterare il loro stato clinico – osserva l’esperta – Una cosa importante da sottolineare è che i bimbi che arrivano nel nostro ospedale devono fare un percorso e all’arrivo in pronto soccorso vengono divisi fra quelli che hanno sintomatologia riconducibile a Covid, quindi febbre o sintomi respiratori, e quelli che non ce l’hanno. E la folla che si è creata può portare anche a 200 accessi al giorno anche con lunghe attese. Quindi è importante proteggere quanto prima i bambini anche per evitare un sovraccarico al Ssn, che poi entra in crisi”.
“L’incremento dei ricoveri – puntualizza Bozzola – è una situazione che ci aspettiamo anche fra i più piccoli. Perché se l’83% della popolazione sopra i 12 anni è completamente vaccinata ed è protetta, ha cioè uno scudo con cui si può difendere dall’infezione e soprattutto dalle forme più gravi e severe, i più piccoli no. E l’incremento dei casi in queste fasce non protette si era già messo evidenza a luglio e agosto scorso, quando il 25% dei nuovi contagi era già negli under 18. Da qui la decisione della Sip di associarsi all’appello di rendere disponibile in tempi più brevi possibile il vaccino Covid anche sotto i 12 anni”, lanciato Oltreoceano dai colleghi dell’American Academy of Pediatrics. “Negli Usa il via libera di Fda c’è stato e siamo contenti perché si avvicina questa possibilità anche per i bimbi europei e italiani”.

Indipendentemente dal numero dei contagi, conclude la pediatra all’Adnkronos, “sappiamo che i casi nei bimbi si manifestano generalmente in forma più lieve, ma ci sono eccezioni e c’è il rischio per i bimbi anche di sviluppare, settimane dopo una malattia Covid decorsa in modo asintomatico, delle manifestazioni multisistemiche come la Mis-C o anche essere a rischio di sviluppare a distanza il ‘Long Covid'”.

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