Brucale: “Marco Pannella avrebbe reagito alle parole di Salvini sulla pena di morte”
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Brucale: “Marco Pannella avrebbe reagito alle parole di Salvini sulla pena di morte”

Sulla controversa alleanza con il capo della Lega in tema giustizia parla Maria Brucale, avvocato penalista, membro della Commissione Giustizia del Partito Radicale

Maria Brucale
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4 Novembre 2021 - 15.58


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di Antonello Sette

 

Avvocato Brucale per i referendum sulla giustizia avete deciso di fare un pezzo di strada insieme alla Lega di Matteo Salvini. Guardando alla storia del Partito Radicale, non le sembra un compagno di viaggio scomodo un leader politico che cinguetta con Marine Le Pen e i Presidenti omofobi di Ungheria e Polonia Viktor Orban e Andrey Duda?

La consapevolezza che Matteo Salvini fosse una persona con un’idea di giustizia e con un pensiero politico completamente discordi dal pensiero radicale l’abbiamo sempre avuta, spiega la l’esponente della Commissione Giustizia del Partito Radicale, rispondendo a SprayNews. Come lei sa bene, il modo di agire di Marco Pannella è sempre stato quello di accompagnarsi a chiunque per fare insieme un pezzetto di strada nella medesima direzione, che in questo caso sono i quesiti referendari sulla giustizia. 

Quindi Salvini può cinguettare con chiunque e non cambia niente…

Accompagnarsi a chiunque, pur di fare una battaglia che si ritiene giusta, è proprio la sostanza del transpartito di Marco Pannella. Per lui era sacrosanto avvicinarsi a chiunque ti offrisse una spalla per raggiungere uno scopo politico ritenuto utile o necessario. 

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Mi permetta, però, di pensare, che Pannella avrebbe aborrito di fonte alle parole di Salvini, quando ribadisce che per certi reati la galera non basta…

Sono anch’io assolutamente convinta che Pannella avrebbe dibattuto su qualunque parola fosse pronunciata, quanto meno nel periodo di condivisa battaglia politica, al di fuori del nostro comune sentire. Avrebbe, come minimo, chiesto al suo alleato occasionale di non fare dichiarazioni di portata così vistosamente dissonante.

Ora, invece, nessuno ha fatto questo…

Sì, questo non è stato fatto. 

E questo è grave…

E’ certamente distante dal mio sentire l’identità radicale. Ho visto ora una presa di posizione del Partito Radicale rispetto all’ultima sparata della Lega, nel suo tentativo di bloccare il referendum sulla cannabis legale. 

A questo proposito, mi sembra che ci sia stata da parte della Lega un’appropriazione, più o meno indebita, dei referendum sulla giustizia, oltre naturalmente al tentativo di affossare quello sulla cannabis legale…

Se i referendum passano unicamente attraverso i Consigli regionali, noi come Partito Radicale non siamo più Comitato promotore e naturalmente perdiamo tutte le attribuzioni che questa qualità ci avrebbe offerto, a cominciare dalla possibilità di essere una voce di potere politico che può interloquire sull’oggetto del referendum.

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Siete stati, quindi, in buona sostanza marginalizzati?

Sì, di fatto siamo, in ragione della rinuncia al deposito delle firme, marginalizzati e privati di uno strumento di diffusione della nostra idea di giustizia. 

Per quanto riguarda l’affossamento del referendum sulla cannabis legale, se ho capito bene, un emendamento della Lega in sede di conversione del relativo decreto legge, punta a retrodatare al 30 settembre la scadenza delle raccolte delle firme…

E’ proprio come lei dice. Un decreto governativo aveva prorogato al 31 ottobre la possibilità di depositare le firme, per una serie di ragioni burocratiche che rischiavano per l’appunto di vanificare un consenso referendario, che si era già largamente manifestato. 

La Lega su questo si è messa di traverso?

Sì, ma l’aveva già fatto. Questo è solo l’ennesimo tentativo. Ha presentato un emendamento che dovrebbe servire, nelle loro intenzioni, a bloccare il referendum.

Ci riusciranno?

Pare di no o almeno lo speriamo.

Torniamo a Marco Pannella. Lei mi ha detto che non avrebbe fatto passare l’invocazione della pena di morte da parte di Salvini. Io penso che anche sui suoi buoni rapporti con i Presidenti di Paesi omofobi, quali sono l’Ungheria e la Polonia avrebbe trovato da ridire…

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La fatica nel rispondere alla sua domanda nasce dalle molte identità, che sono oggi presenti nell’area Radicale. Pannella cosa avrebbe fatto? Pannella cosa avrebbe detto? Pannella ha lasciato un pezzettino di eredità a ciascuno di noi. Farsi interpreti del suo pensiero non è facile e, forse, non è neppure possibile. Io sono convinta, le sto esprimendo un pensiero soggettivo, che su temi così gravi e così difficili da accettare, una parola l’avrebbe spesa. Una parola che avrebbe espresso tutta la sua forza ideale. Questo silenzio dal Pannella che ho avuto la fortuna di conoscere non me lo sarei mia aspettato.

 

 

 

 

 

 

 

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