Un plotone di malati "da Green pass": i medici si oppongono alle telefonate e chiedono visite in studio
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Un plotone di malati "da Green pass": i medici si oppongono alle telefonate e chiedono visite in studio

Per il Presidente dell'Ordine dei medici Anelli: "Serve la visita in presenza per dare il certificato"

Visita medica
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18 Ottobre 2021 - 10.27


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I “furbetti” del Certificato verde questa volta non la passano liscia e contro le molteplici richieste di malattie per evitare di fare vaccini o tamponi intervengono i medici di base, subbissati dalle richieste.
Il Presidente dell’Ordine Filippo Anelli ha tenuto a ricordare ai suoi colleghi che non basta una semplice telefonata del paziente per emettere il certificato: serve una visita in presenza, di regola nello studio del medico. “Solo nei casi in cui il malato non sia fisicamente e clinicamente in condizione di raggiungere subito lo studio, il curante deve andare a domicilio. Altrimenti la regola generale è che il paziente deve andare dal medico”.
Linea che è stata prontamente sposata anche dagli Ordini regionali. “C’è l’obbligo di visitare il paziente prima di emettere il certificato di malattia. Dunque, nessun certificato sarà rilasciato telefonicamente”.
Così Marco Ioppi, presidente dell’ordine dei medici di Trento, in merito all’aumento delle malattie a seguito dell’entrata in vigore del green pass obbligatorio per tutti i lavoratori. “La malattia non può essere un raggiro al certificato verde e ai tamponi. Nessuno dice che è vietato ammalarsi, sia chiaro. L’invito è a essere tutti responsabili”, ha aggiunto Ioppi.

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